Nessuno può sentirsi sicuro di vincere, al momento di partire. Non si può star certi nemmeno di arrivare fino in fondo. La maratona è l'unica gara che si può perdere anche correndo da soli.

Perle di saggezza

Se vuoi correre, corri un miglio. Se vuoi conoscere una nuova
vita, corri la Maratona!


Emil Zatopek (citazione segnalatami da Giovanni Chessa)

Me medesimo in numeri

213 MARATONE corse



PB 2:36'28'' 08.10.2000 GoldMarathon Cesano Boscone (MI)







un centinaio di MEZZE corse



PB 1:13'09'' 01.10.2000 Udine







cinque 6 ORE




PB 73,096 km (Buttrio 2014)







cinque 100 km (4 Passatore)



PB 8:51'28'' giugno 2005 in pista Fagagna (UD)



PB Passatore 9:09' 2004 Firenze-Faenza







una 12 ORE



PB 119,571 km
31-08-2014 Passons (UD)







3000



PB 9'39'' San Vito al Tagliamento (PN)







5000



PB 16'27''







10000



PB 35' 36''







3 VOLTE IRONMAN FINISHER






lunedì 29 giugno 2009

Tripla seduta: bici, nuoto, corsa

Oggi giornata dedicata completamente allo sport: tripla seduta.
In mattinata ho inaugurato la mountain-bike con 60 km tra sterrato dell'ippovia e asfalto nella zona morenica a nord di Udine; all'ora di pranzo 45' di nuoto per 1500 m; infine nel pomeriggio seduta di corsa con 11,5 km in progressione e altri 3 di lento per accompagnare il mio amico Antonio Sette che riprende a correre dopo l'intervento al tendine di Achille. Sper che si rimetta presto e possa tornare alle gare e agli allenamenti insieme a tutti noi del parco.

Grandi spese

Sabato è stata giornata di grandi spese. Ho investito in materiale sportivo parte del premio guadagnato al Magraid.
Sono riuscito a trovare due ottime paia di Mizuno in offerta, una per allenamento che dovrò iniziare ad usare subito perchè le vecchie hanno ormai superato i 1000 km, ed una da gara. Sono modelli vecchi di scarpe di grande affidabilità ma a me poco importa.
Come scarpa da allenamento ho preso le WAVE PRECISION 6.

Da gara invece la PHANTOM CLASSIC.

Inoltre ho comprato la Mountain-bike con la quale farò qualche uscita per spezzare il ritmo degli allenamenti di corsa ma con la certezza di non sacrificarne MAI uno.

domenica 28 giugno 2009

Gazzetta Run

Ieri sera ho corso la GAZZETTA RUN in un modo particolare. Munito di microfono e con una telecamera che mi riprendeva in continuazione ho corso la mia gara facendo delle interviste per il servizio che poi andrà in onda su SKY SPORT nei prossimi giorni.
Sono partito dal fondo dal gruppo chiedendo agli amici che man mano incontravo cosa ne pensassero della gara, dell'esperienza, di questa serata di sport nel cuore di Udine. Si è trattato comunque di una gara impegnativa perchè il tracciato di poco meno di 2,5 km prevede ben 4 volte la salita del Castello di Udine che non è lunga ma ha pendenze elevate, specie nell'ultimo tratto. Ho affrontato questa esperienza con entusiasmo, mi sono divertito e spero nel servizio che ne uscirà fuori di esssere riuscito a descrivere bene le sensazioni ed il correre del cuore del gruppo, di coloro che non arriveranno mai primi ma continuano ad indossare un pettorale e quando giungono sul traguardo sono (quasi) sempre sorridenti e stravolti dalla fatica. Per la cronaca ha vinto il ferrarese Mucerino, primo dei friulani Carlo Spinelli.
Una nota importante in questa gara è per me il ritorno alla competizione di Monica Zenarolla che dopo lunghe vicissitudini finalmente riprende a indossare una canotta con il pettorale e porta a termine la corsa. Speriamo che per lei ritornino i bei tempi.
Una curiosità: mi è stato assegnato per puro caso il numero 666 il numero che nell'Apocalisse di Giovanni viene definito il numero della Bestia e nell'immaginario collettivo contemporaneo è diventato il simbolo del Diavolo...quindi Antonio diavoletto tentatore...chi mi avvicina rischia la tentazione...quantomeno di ...mettersi a correre.

mercoledì 24 giugno 2009

Il MagRaid di Filippo e ancora foto

Ecco il racconto di Filippo Pagavino sul MagRaid, ne inserisco solo l'incipit, cliccare sul link per leggerlo per intero.
Inoltre sul sito del fotografo ufficiale della manifestazione Sergio Vaccher centinaia di foto stra-ultra-mega spettacolari

Questi i pensieri più ricorrenti e meno volgari che ricorrevano nella mia mente al quarantaquattresimo km della seconda tappa del Magraid 09: “Mai più!”“Ma chi me l’ha fatto fare…” “D’ora in poi niente che superi i 10K”.Del traguardo neanche l’ombra, davanti a me il nulla della “steppa friulana” e dietro…idem, con l’eccezione di alcuni puntolini in movimento, anticipazione di ennesimi, dolorosi sorpassi. [....] cliccare qui per continuare

martedì 23 giugno 2009

Magraid foto e classifiche

Questo è il vero Magraid:
finale della prima tappa

seconda tappa

terza tappa

Il traguardo finale

la premiazione

lunedì 22 giugno 2009

Magraid - Le sensazioni

Sono un MAGRAIDER. Sono uno di quelli che potrà dire di esserci stato alla edizione del 2009 del MagRaid – Correndo nella steppa.Che poi sia riuscito ad arrivare in prima posizione della classifica generale è un dettaglio secondario anche se naturalmente lo conservo con grande soddisfazione.Non avevo mai partecipato ad una corsa a tappe e mi spaventava un pochino l'idea considerando che sono abituato a spremermi sempre al massimo nelle gare in cui partecipo. La tentazione alla sfida mi fu mossa qualche settimana fa da Filippo Pagavino che già si era iscritto, solo che lui aveva già fatto abbondante esperienza di corse a tappe.L'idea poi del Raid, esperienza di immersione nella natura lontano dagli agi dei villaggi turistici mi ispirava, la realtà di doversi confrontare con difficoltà impreviste mi stimolava.Cosa ispira un podista “stradaiolo” ad affrontare l'incognita della corsa in natura è una domanda complicata. Nel mio caso si tratta della esigenza di mettermi in gioco, di abbandonare almeno per un periodo la sicurezza del traguardo sicuro (in maratona minuto più, minuto meno ci arrivo al traguardo) per affrontare l'incognito, la possibilità del fallimento, la ricerca del limite, il contatto diretto con la fatica vera, il saggiare la consistenza del proprio essere limitati dinanzi all'immensità della natura che ci circonda.Molti hanno trovato queste sensazioni andando a correre nel deserto, al polo, in posti sperduti; qui in Friuli mi si presentava l'occasione di vivere le stesse esperienze al MAGRAID.Tre tappe senza riposo, in poco più di 40 ore affrontare 90 km di terreno accidentato, un ambiente ostile ma allo stesso tempo accogliente e selvaggio.Detto fatto mi sono iscritto ed ho deciso di affrontare questa corsa-gara-avventura senza alcuna preparazione, arrivando al momento della partenza con la sola forza dell'ignoranza di ciò che mi aspettava. Così fu quando affrontai la mia prima 100 km e ne rimasi affascinato, così è stato per la mia prima Sky-race così doveva essere anche per la prima corsa a tappe.Mi ero ripromesso di badare solo a cogliere il contatto con la natura, di fare il pieno di sensazioni, mi sono ritrovato dopo alcuni km in ottima posizione di classifica. Pur non facendomi condizionare troppo devo riconoscere che la mia componente agonistica ha fatto capolino e la mia avventura si è caricata anche della parte competitiva. Ne è venuto fuori un mix indimenticabile, che mi ha portato sul traguardo della terza tappa a giungere da vincitore; vincitore innanzitutto di una sfida con me stesso e solo in un secondo tempo della classifica generale. La prima giornata ci vengono annunciati 20 km relativamente facili, un input per saggiare il terreno...un antipasto.

La partenza da San Quirino viene data alle 18 circa, ci viene chiesto di affrontare i primi km in gruppo, non è un gran sacrificio, chi è lungimirante sa che ogni energia risparmiata alla partenza sarà preziosa all'arrivo. Ci si muove dapprima su terreni sterrati, nulla di particolare poi si entra nei Magredi (che significa terre magre); si percepisce subito la durezza del percorso sia per la difficoltà di affrontare il terreno sconnesso ma soprattutto per il calore che promana il terreno, è una “vampata” che investe il corpo in alcuni punti. L'orizzonte si allontana, la vegetazione alta scompare, rimangono solo pietre e sterpi, alzando lo sguardo si possono vedere i compagni di ventura allontanarsi. Parto in tutta tranquillità sono in decima posizione; mi guardo attorno respiro i profumi, sento i suoni della natura, ma non posso evitare di vedere davanti a me coloro che mi precedono. Non sono lontani, lentamente le mie gambe mi chiedono di accelerare ma il cervello impone la tranquillità in vista della tappa dell'indomani mattina.Con un minimo di sforzo riesco comunque a recuperar terreno e quando giungo sul traguardo sono quinto a tre minuti dal primo.L'impressione di questo primo assaggio è ottima. La vita nell'accampamento scorre nella serata con un garnde interrogativo; le previsioni annunciano temporali e pessime condizioni per la notte e la mattinata di sabato.Dopo cena ci ritiriamo nelle tende, ognuno cerca a suo modo di prepararsi al tappone di 44 km che ci aspetta...anzi ci viene comunicato che per “aumentare il fascino” la distanza è stata portata a 48 km.La notte è lunga e per molti insonne; giovepluvio si scatena, tuoni, fulmini, pioggia. I cavalli dei volontari delle camicie verdi sono inquieti, chi più di loro percepisce il pericolo.Un pensiero subito viene alla mente: noi siamo qui in tenda per divertimento e per soli due giorni e soffriamo per questa temporanea difficoltà...altrove in Italia ci sono altri che vivono da mesi la stessa (anzi peggiore) realtà, non per scelta né per divertimento.Al briefing prima della partenza della seconda tappa ci viene annunciato che il percorso viene accorciato a 40 km per motivi di sicurezza;

si parte da San Giorgio della Richinvelda presso l'azienda Magredis (uno dei maggiori sponsor della manifestazione). Le condizioni meteo non sono pessime, il cielo è nuvoloso ma non minaccioso, tutto sommato meglio così rispetto ad una giornata soleggiata. Nel primo tratto abbastanza facile da correre Bonfiglio e Onori se ne vanno, alle loro spalle inseguiamo in gruppo. Si parla poco, l'amico Recchi mi è sempre al fianco, dall'altro lato Roberto Battocchio. Attraversiamo terreno infangato, sembra una campestre di pieno inverno, la prudenza ci invita a non eccedere ma la possibilità di raggiungere i battistrada ci sprona ad aumentare. E' Roberto ad incaricarsi del riaggancio, si forma un bel gruppetto. La gara vera sta per cominciare, si percorre l'argine dal basso, ci sono pozzanghere profonde, bisogna zigzagare per evitarle, correre in equilibriosu una stretta striscia di terra. Cerco di imporre il mio ritmo. Il proposito di un'avventura all'insegna del puro godimento della natura viene sopraffatto dalla voglia di correre e competere. Si entra nel letto del fiume, incredibilmente mi scopro agile, scattante, i miei passi sono felpati, un tocco e via, schizzo in avanti senza alcun problema di appoggio sul terreno sconnesso. In breve mi stacco e cerco di concentrare la mia attenzione sulla natura che mi circonda.Arriva il primo tratto di “navigazione libera”, avanti, molto lontano un pallone colorato svetta nel cielo, il nostro obiettivo è raggiungerlo, ognuno può scegliere la via che vuole. Mi entusiasma questa nuova esperienza, il mio è un alternarsi di sguardi all'orizzonte e occhiate alla terra sotto i piedi. Scelgo sempre la via più breve indipendentemente che sia la più difficoltosa; avanti a me lo squad dell'organizzazione mi precede, quello degli operatori di Sky (che lavorano per la trasmissione Icarus) spesso mi affianca.Ora sono veramente solo, immerso nella natura, un nulla che corre nell'immenso. Eppure la mia corsa è senso di libertà, libertà come l'interpretazione che do al mio avvicinamento al pallone. Si percorre un tratto di strada sterrata “camionabile”, imprimo un ritmo elevato, le gambe vanno che è una bellezza anche se è presto, molto presto, il traguardo ancora impensabile. Intorno al 25° km è posto un altro pallone, anche durante questa seconda navigazione libera mi sbizzarrisco, salto, taglio, lo squad mi affianca, il cameraman mi incita. Tutto ad un tratto vedo lo squad dell'organizzazione che si ferma, capisco che ha smarrito la strada, sono incredulo ma non arrabbiato, guardo il cronometro. Dopo 5 minuti finalmente viene fuori la soluzione, bisognava semplicemente andare dritti; intanto sono sopraggiunti altri 4 amici, ci ricomponiamo.Riprendo di nuovo un po' di vantaggio. Al 30° km entro in crisi, la vista si appanna, cerco di bere, rallento, mi fermo, mangio una barretta, bevo nuovamente. Il secondo, Marco Bonfiglio mi supera. Sono disperato, le gambe sono molli. Non mi è quasi mai successo, procedo camminando per qualche centinaio di metri, Marco si allontana, poi tento di riprendere la corsa. Riacquisto fiducia, lo svantaggio è nell'ordine dei 500 metri. Percorriamo un tratto di zona militare, ci sono continui saliscendi, pozzanghere, Marco zigzaga io a distanza cerco di scegliere la strada più breve non preoccupandomi delle buche. Un'ampia curva poi due strade convergenti che puntano allo stesso obiettivo. Ognuno sceglie la sua, alla confluenza siamo di nuovo pari.Ora la natura che ci circonda è incantevole ma anche maligna, ogni tratto di pietraia ci toglie le forze, intorno al km 37, pensando di essere vicini all'arrivo tento un forcing. Prendo un po' di vantaggio; siamo al km 40 ma ancora persi nel letto del fiume; chiedo ad uno dell'organizzazione quanto manca mi risponde con un inesorabile “11 km”. Esclamo qualcosa di irripetibile, sarebbe una vita ed io che pensavo di aver finito. La disperazione mi impone di procedere. Altro tratto di navigazione a vista, si tratta del pallone numero 5, gli squad fanno giri larghi, io procedo in linea retta. Sterpaglie, sassi, pietraie sono ostacoli ma anche alleati visto che mi permettono di incrementare il vantaggio.Finalmente giungo ad un posto di controllo dove mi viene consegnato un laccetto che testimonierà il mio passaggio; intravedo da lontano l'argine. Quando lo risalgo riconosco la strada già percorsa venerdì. Mi avvio a vincere questa seconda frazione con qualche minuto di vantaggio, taglio il traguardo a mani alzate soddisfatto della gara e dell'esperienza provata.

Nella terza tappa si parte da Zoppola, lo scenario sarà nuovamente diverso, gran parte dei quasi 20 km saranno nel letto del fiume, si alternano pietraie e tratti da guadare. Al mio fianco sin dalla partenza si pone Filippo Pagavino, facciamo ben presto il vuoto e procediamo di comune accordo ed a forte velocità.E' un vero piacere attraversare il corso del Noncello, ci inzuppiamo, saltelliamo come gazzelle, un paio di guadi vanno affrontati al passo perchè l'acqua è troppo profonda.Filippo mi dice che vorrebbe recuperare un po' di svantaggio e tentare di rientrare tra i top ten. Seppure potrei mantenermi sulle mie e controllare la classifica generale, mi metto a tirare, tento di aiutarlo nel suo tentativo. Il tempo scorre, la nostra avventura volge ormai al termine; percorriamo l'ultimo tratto di navigazione a vista, le nostre traiettorie in qualche momento divergono poi ridiventano parallele. L'obiettivo comune è di giungere soddisfatti al traguardo. Il vantaggio accumulato è enorme, risaliamo sul solito argine, avverto Filippo che tento di imprimere un'ultima scossa al ritmo per agevolare la sua rimonta, Filippo mi segue. Ad un km dalla fine mi chiede strada e gliela concedo volentieri, d'altronde non avrei né gli stimoli né le forze per reagire. Lui va a prendersi la vittoria finale di tappa e agguanta la decima posizione io mi prendo la vittoria nella classifica generale.Questa terza tappa è senz'altro la più bella delle tre, quella nella quale il contatto con i magredi è più pieno e i guadi sono molto affascinanti.Quest'avventura si conclude in con tanti festeggiamenti, premiazioni per tutti ed il precisoproposito di ritornarci il prossimo anno, tanto siamo certi che il corso del fiume sarà cambiato e nulla sarà più uguale. Vengo fuori da questa esperienza con la consapevolezza che le gare a tappe mi si addicono molto e il contatto con la natura mi carica. Inizialmente avevo pensato di dedicare questi tre giorni alla riflessione, il mio istinto competitivo non me lo ha permesso ma sono contento comunque.Un saluto è doveroso rivolgere a tutti gli amici, a coloro che hanno corso al mio fianco, a coloro che hanno pensato e organizzato l'evento, a tutti i collaborati, a tutti coloro i quali si sono prodigati per la nostra sicurezza, agli operatori con le telecamere. La vita nel campo è stata una splendida esperienza. Alla prossima.

Sabato la Gazzetta Run a Udine

L'appuntamento è per tutti sabato 27 giugno in Piazza Matteotti a Udine per la GazzettaRun

domenica 21 giugno 2009

Magraid - 3^ tappa. Ho vinto la classifica generale

Si parte da Zoppola per la terza e decisiva tappa del Magraid, ci sono da percorrere circa 20 km tra magredi, prati verdi, sterrati. Quest'ultima tappa è anche la più interessante dal punto di vista paesaggistico a detta di tutti i protagonisti forse perchè finalmente si può considerare chiusa questa parentesi molto bella ma anche molto faticosa; dopo i 48 km percorsi sabato mattina le forze a disposizione non sono molte e alla partenza ci vengono preannunciati diversi guadi del fiume Noncello oltre a due lunghi tratti di fiume da percorrere nel suo letto asciutto tra pietraie e flora difficoltose.Nella classifica generale femminile tutto è ben definito e Monica Barchetti da Bologna non fatica ad imporsi anche in quest'ultima tappa e vincere la classifica generale con largo vantaggio su Elena Nicosia e la giovane Daniela De Crignis, seguono Marisa Marchini e Margherita Zandigiacomo; in quest'ultima tappa gareggia anche Marzia Bonavita che ha saltato la tappa lunga e riesce a classificarsi seconda sul traguardo della terza tappa.Nella classifica maschile c'è più incertezza e la gara si presenta sin dai primi metri vivace con Marco Bonfiglio (secondo in classifica) che tenta subito di imporre un ritmo elevato, lo seguono Antonio Margiotta (leader della classifica generale) e Filippo Pagavino da Torreano di Cividale.Quest'ultimo ci tiene molto a ben figurare in quest'ultima tappa per rifarsi della mezza delusione della prima ed aspira ancora a raggiungere l'obiettivo minimo di rientrare tra i primi dieci.All'accenno di forcing di Bonfiglio risponde subito Margiotta che si pone in testa imprimendo una decisa accellerata alla quale resiste il solo Pagavino; quando comincia il tratto di attraversamento del Noncello Filippo e Antonio sono già soli e procedono di comune accordo con obiettivi distinti ma accomunati dal desiderio di tirare al massimo.L'ambiente naturale è incantevole, i magredi sono qualcosa di unico, la necessità di guadare continuamente il fiume una nuova esperienza da affrontare godendola al massimo. Il vantaggio del duo di testa cresce a vista d'occhi e si concretizza per entrambi l'obiettivo finale. Quando dopo 17 km finalmente si abbandona il letto del fiume e ci si ritrova sull'argine consapevoli che ormai manca solo una manciata di km all'arrivo i due danno fondo alle ultime energie imprimendo un ritmo elevatissimo e Pagavino ha la forza nell'ultimo km di dare un'ulteriore accellerata ed andare a prendersi meritatamente la vittoria di tappa, alle sue spalle Margiotta con 40'' di distacco mentre il terzo ginge dopo oltre 6 minuti.Nella classifica generale Margiotta con 6:55' si impone con largo distacco su Bonfiglio, al terzo posto Luca Onori seguito Mirco Recchi e dal sorprendente Roberto Battocchio che proprio in questa tappa recupera una posizione su Gerardo Villani, seguono il trentino Bacca, il modenese Macchia, Lenarduzzi e infine Filippo Pagavino che con una rimonta eccezionale riesce a strappare il decimo posto.

Ad un successivo post per le sensazioni e molte foto che già sono pubblicate nel banner al lato

sabato 20 giugno 2009

Magraid seconda tappa - HO VINTO

Gli avventurosi del Magraid dopo una nottata all'insegna della pioggia e della preoccupazione per l'andamento della gara odierna, si sono ritrovati a San Giorgio della Richinvelda per affrontare la prova "terribile". Originariamente i km in programma erano 48 poi a causa delle condizioni climatiche era stato comunicato una riduzione a circa 40 km; immaginarsi la sorpresa quando lungo il tragitto che i km sono stati comunque 48.La prima parte della gara è su sterrato con frequenti tratti tra i campi di granturco, le strade sono a tratti un pantano tanto da somigliare molto al percorso di una campestre impegnativa; dopo i 15 km iniziano gli attraversamenti del fiume lungo il suo letto, sassi, pietrisco, salti, flora unica.Nella prima fase della gara si involano Onori e Bonfiglio che riescono ad accumulare un leggero vantaggio che tengono fino al 10° km, successivamente si riforma un gruppetto di sei atleti che procede di buon passo per alcuni km. Quando la strada si fa più dura Antonio Margiotta tenta l'allungo che potrebbe sembrare un azzardo a così tanta distanza dal tragurdo; riesce ad accumulare un buon vantaggio che incrementa soprattutto nei tratti di attraversamento dei magredi, laddove il correre è più arduo. Intorno al 25° km il vantaggio è sui 4-5 minuti, un disguido vanifica tutto quando lo squad apripista porta il leader fuori strada. Si ricompone quindi un gruppetto di 5 atleti; al primo tratto di magredi Margiotta ritenta l'attacco e viene seguito solo da Marco Bonfiglio che però cede anche lui dopo qualche km. I km si succedono, la navigazione è spesso a vista, sono posizionati palloni gonfiabili i alto nel cielo e sono la sola indicazione presente, ognuno all'interno del magredo è libero di scegliere la via che vuole. Al 30° km il battistrada ha una grave crisi, un vero e proprio black-out, si ferma e cammina per alcune centinaia di metri. Bonfiglio prende la testa della gara che conserva per 5-6 km, poi Margiotta si riprende la testa della gara.L'ultimo attraversamento del fiume determina la classifica della prova parziale, sul traguardo Margiotta giunge a mani alzate con il tempo di 3.55.18, alle sue spalle Bonfiglio chiude in 3.58.01, terzo il vincitore della prima prova Luca Onori che giunge con 18' di ritardo dal primo.Nelle posizioni di rincalzo si piazzano Recchi, Bacca, Villani, Chiaradia, Macchia, Battocchio e Lenarduzzi.Nella classifica generale provvisoria con la vittoria odierna Margiotta prende la testa con un vantaggio di 2 minuti su Bonfiglio, domani mattina nella terza e ultima tappa sarà ancora gara vera per la vittoria finale mentre le altre posizioni sono già stabilizzate.Nella gara femminile si impone nuovamente Monica Barchetti con largo vantaggio su Elena Nicosia e Daniela De Crignis, seguono Marisa Marchini e Margherita Zandigiacomo; nella classifica generale la Barchetti potrà correre l'ultima tappa in tutta tranquillità sicura della vittoria finale.
nella foto i vincitori della seconda tappa

venerdì 19 giugno 2009

Magraid prima tappa

Si parte con la seconda edizione del Magraid: Correndo nella steppa. Si tratta di una gara in tre tappe completamente in natura che si corre in un contesto unico, a pochi km dalla piana pordenonese ma allo stesso tempo immersi nella steppa, con il terreno che a tratti è molto difficoltoso, pieno di ghiaia, con la vegetazione che cresce selvaggia. L'altra caratteristica di questa gara è la sensazione di calore che fuoriesce dal terreno, un'afa che somiglia ai gaiser come ha avuto modo di dire uno dei concorrenti all'arrivo. La gara prevede 3 tappe per complessivi 80 km; alla presentazione in mattinata gli atleti apprendono la lieta sorpresa che la prima tappa viene allungata di quasi 3 km passando da 20 a 23 circa mentre la seconda e più terribile passa da 44 a oltre 48 km. In conclusione i km da percorrere saranno circa 90. Le condizioni meteo che nella prima edizione erano state proibitive in questa occasione si dimostrano migliori, il cielo è leggermente nuvoloso e sono previste pioggie e temporali per la nottata di sabato e la mattinata di domenica. Sono iscritti alla gara 70 concorrenti ma alla partenza sene presentano 67; tra di loro un gruppo che partecipa ad uno studio scientifico sugli effetti delle gare di endurance sul fisico, sono presenti anche il professor Brasadola, chirurgo udinese che anni fa operò di trapianto al fegato un paziente che in questa occasione lo affianca e tenteranno di concludere insieme la gara. La prima tappa è solo un assaggio e tutti i concorrenti si ripromettono di partire tranquilli. Nella classifica finale della prima tappa che parte da San Quirino e giunge al campo base in località Parareit di Cordenonons si aggiudica la prima posizione tra i maschi Luca Onori con il tempo di 1.32.20 seguito da Gianni Petris, ad un minuto del primo giunge Denis Pierri, quarto il milanese Marco Bonfiglio seguito da Antonio Margiotta dell'Atletica Buja con 1.35'59''. Seguono Battocchio, Accorsi, Villani, Recchi e Pagavino. Tra le donne dominio incontrastato di Monica Barchetti che partecipa a questa gara per sua dichiarazione “per staccare dall'asfalto”, alle sue spalle giunge Marzia Bonavita, terza la più giovane in gara Daniela De Crignis seguita da Elena Nicosia, Marisa Marchini e Margherita Zandigiacomo. Nel campo base le cucine da campo funzionano a pieno regime, la pasta è quasi pronta, seguiranno le premiazioni e le ultime notizie per la tremenda tappa di sabato mattina che partirà alle 10.

Magraid

...e che l'avventura Magraid vada a incominciare... inutile attardarsi sulle attese: nessuna dal punto di vista agonistico, molte da quello emozionale...

lunedì 15 giugno 2009

Sky race Carnia 2009

La mia seconda partecipazione alla International SkyRace Carnia mi riporta alla concezione più giocosa della corsa, quella nella quale il cronometro passa in secondo piano ed invece diventano predominanti le sensazioni, il contatto con la natura, le sfida non è più quella di arrivare presto ma di arrivare avendo fatto il pieno di quelle sensazioni che praticando questo sport si possono provare appieno nell'affrontare le vere difficoltà.

Lo scorso anno era il mio esordio in questo tipo di gara, quest'anno conoscevo già in partenza il percorso, sapevo a cosa andavo incontro, nel mio intimo ci tenevo a fare un po' meglio, ma soprattutto non volevo negarmi il piacere di soffermarmi ogni tanto, seppure per pochi secondi, a godermi gli splendidi panorami delle Alpi Carniche.Per nostra fortuna anche in questa edizione il tempo è stato splendido con una giornata soleggiata, calda. L'organizzazzione è ottima, allestire i ristori in luoghi così impervi è difficoltoso, dislocare tanti volontari e militari per coprire tutti quei punti che potevano avere problemi di sicurezza è impresa solo per una grande organizzazione. Il percorso di 24,3 km nella versione lunga e di 19 per quella breve è di estrema difficoltà, pochi sono i tratti che "gli umani" riescono a correre, le salite al passo sono numerose, le arrampicate a "quattro zampe" numerose, le discese ripide ed in molti tratti scivolose; tutto questo non ha scoraggiato i quasi 200 podisti che si sono presentati alla partenza e di questi oltre 170 hanno tagliato il traguardo dei due percorsi.Alle 9 in punto con la montagna che di fronte mostra la sua minacciosa difficoltà, si parte; i primi due km sono in salita ma gradevole nulla di particolare si riesce a correre con facilità.

Subito dopo il cartello del secondo km ci si inerpica per la montagna, si forma una lunghissima fila di podisti che silenziosamente soffrono cercando di portare verso l'alto il proprio corpo, le pendenze si aggirano, penso, intorno al 30%.Il profumo del bosco è intenso, coinvolgente, a tratti persino esagerato.
Il primo ristoro giunge come manna dal cielo, è necessario reintegrare liquidi e introdurre solidi; sui tavoli ci sono in abbondanza sali, barrette, acqua, e poi l'uvetta e frutta secca ideale in queste competizioni. Vi giungo insieme al mio amico David che mi ha raggiunto alle spalle nel frattempo. Anche quest'anno non mi faccio mancare il piacere di fermare con istantanee i momenti di questa splendida giornata e quindi immortalo la nostra presenza sia con David che con Alberto, amico veneto.Si riprende a salire alternando tratti difficoltosi ad altri proibitivi; non ci facciamo mancare nulla, nenche attraversamenti sulla neve di valloni dove il rischio di cadere aumenta.

Affrontiamo una inerpicata che porta a raggiungere il secondo ristoro, non s

i tratta di un sentiero, non esiste una via. Si tratta di un muro con una sola meta da raggiungere, l'unico aiuto a disposizione è l'erba e qualche arbusto al quale aggrapparsi.La salita successiva che ci porta alla parte più alta del percorso è aperta, non c'è vegetazione alta accanto ma di qua e di là solo il vuoto; in mezzo una fila di "eroi" alla ricerca ognuno del proprio obiettivo. Perdo di vista David ed anche altri mi superano ma ha poca importanza.Dopo un'ora e 50' raggiungo il rifugio Marinelli, ho percorso solo 10 km ma la parte più difficoltosa della salita è fatta; mi ricordo bene però che la discesa non sarà da meno e soprattutto sarà da affrontare con prudenza memore che lo scorso anno feci una brutta caduta.La discesa scorre veloce, il panorama mi avvolge ma non faccio molto caso, sono troppo attento alle cadute. Ogni tanto alla discesa si alterna qualche tratto di salita il più affascinante dei quali è il transito della Scaletta

nel quale si passa attraverso un tunnel naturale nella roccia inerpicandosi su una scaletta ferrata.Poco prima di raggiungere il traguardo intermedio di Passo Monte Croce Carnico vedo la compagna del mio amico Luca Baradello che è pronta per fotografare e nel tentativo di un saluto poco ci manca che ruzzoli per terra.Si riprende a salire, stavolta si scala il Pal Piccolo

luogo sacro alla patria, si tratta di tornanti continui, ai nostri lati la barriera della montagna e il vuoto della valle.Un escursionista si offre di farmi una foto ed io logicamente ne approfitto; al culmine del Pal Piccolo diverse rampe di scale, alcune di legno altre in pietra ci portano a transitare nelle trincee della Grande Guerra. Un omaggio personale a tutti coloro che silenziosamente e con umiltà sacrificarono la vita per un ideale. Il numeroso pubblico presente in cima (molti volontari ed escursionisti) ci incita e ci avverte che la salita è terminata ed ora ci attende quasi solo discesa; ricordo bene però di che discesa si tratta ma so che la affronterò con impegno e piacere.Contrariamente allo scorso anno viaggio da diversi km in solitudine, praticamente dal km 9.E' un momento ideale da dedicare oltre che alla corsa a riflettere, e quale scenario migliore.Si corre per lunghi tratti allo scoperto, il sole picchia; poi una rapida discesa, un ponticello che ci permette di guadare un rigagnolo e ci si addentra di nuovo nel bosco.Il fiume scorre al nostro fianco impetuoso, il sentiero che percorriamo è pericolosamente scivoloso, l'attenzione deve essere massima.Guardo il cronometro, viene fuori il "maratoneta che è in me" realizzo che mi ero posto un piccolo obiettivo: riuscire a migliorarmi rispetto allo scorso anno e tentare di terminare prima delle 4 ore.Avrei voglia di correre ma ad ogni passo che il mio piede sfugge sul terreno scivoloso l'istinto di sopravvivenza mi frena. Quando vedo il cartello numero 23 il tracciato è corribile, lascio andare al massimo le mie gambe, vedo dinanzi a me Alberto, mi metto al suo inseguimento ma soprattutto cerco di andare più veloce del cronometro. Si esce dal bosco, il laghetto annuncia che mancano poche centinaia di metri. Vado a tutta e riesco a tagliare il traguardo in 3.59.51 alle spalle di Alberto. Quest'impresa personale è archiviata, si può già pensare alla prossima.Tra i numerosi presenti voglio citare i miei compagni di club che hanno goduto della stessa mia soddisfazione; AurelioMartinis, Luca Baradello, Pino Amato, Maurizio Alpini, Michele Mucin e Marco Piermarini; sul percorso di 19 km Andrea Comini e Angela Ceconi che è giunta seconda.
Sono a disposizione due servizi fotografici sulla gara consultabili cliccando ai link:
servizio di Antonio Margiotta foto prima e durante la gara
servizio di Cristina poco prima di Passo Monte Croce

domenica 14 giugno 2009

Mezzanotte - 24 X 1 ora di Fagagna

Da quando sono in Friuli ho quasi sempre partecipato alla 24X1 ora di Fagagna, alcune volte puntando ad ottenere il massimo risultato, altre solo come appuntamento transitorio, comunque sempre entusiasta di poter trascorrere alcune ore tra gli amici a girar come criceti sulla pista asfaltata del campo di Fagagna. Quest'anno la concomitanza con la Sky Race Carnia da correre la domenica mattina mi aveva fatto rinunciare da principio; venerdì preso da improvviso rimorso di coscienza ho preso la decisione di contattare gli amici del Niù Team per cercare un "ingaggio" dell'ultimo minuto senza impegno di risultato solo per sancire la mia presenza. Naturalmente non era il caso di ricercare prestazioni di alcun livello per cui mi sono dedicato ad accompagnare una compagna di corsa del Parco, Sandra, cercando di sostenerla e scandirle il passo. Ne è venuta fuori una bella corsa, entusiasmante, durante la quale ho raccolto tanti incitamenti da parte degli amici presenti e comunque una buona prestazione "per la mia improvvisata allieva" concludendo con 13374 m.

venerdì 12 giugno 2009

weekend podistico

Weekend ricco di gare questo che si avvicina: si inizia stasera con la staffetta 3X3000 a San Nicolò di Majano.

si prosegue poi con la 24 ore non stop a Fagagna

nel frattempo un paio di centinaia di "folli" si faranno del male arrampicandosi per 1900 m di dislivello e per 24 km alla Carnia Sky Race di Paluzza (UD).

Volendo si può anche accettare la proposta che c'è ad Arta Terme per la prima edizione di una non competitiva

Io sarò spettatore per qualche ora a Fagagna e poi protagonista (???) nel senso di partente e spero al traguardo tutto intero a Paluzza.