Nessuno può sentirsi sicuro di vincere, al momento di partire. Non si può star certi nemmeno di arrivare fino in fondo. La maratona è l'unica gara che si può perdere anche correndo da soli.

Perle di saggezza

Se vuoi correre, corri un miglio. Se vuoi conoscere una nuova
vita, corri la Maratona!


Emil Zatopek (citazione segnalatami da Giovanni Chessa)

Me medesimo in numeri

213 MARATONE corse



PB 2:36'28'' 08.10.2000 GoldMarathon Cesano Boscone (MI)







un centinaio di MEZZE corse



PB 1:13'09'' 01.10.2000 Udine







cinque 6 ORE




PB 73,096 km (Buttrio 2014)







cinque 100 km (4 Passatore)



PB 8:51'28'' giugno 2005 in pista Fagagna (UD)



PB Passatore 9:09' 2004 Firenze-Faenza







una 12 ORE



PB 119,571 km
31-08-2014 Passons (UD)







3000



PB 9'39'' San Vito al Tagliamento (PN)







5000



PB 16'27''







10000



PB 35' 36''







3 VOLTE IRONMAN FINISHER






martedì 31 marzo 2009

Marzo: that's ok

Si conclude con oggi il mese di marzo che è stato molto intenso di km e di gare ma anche di grande soddisfazione.
Complessivamente ho percorso 371 km in 21 sedute ad una media di 4'26'' al km; rappresenta la migliore media da quando sto monitorando con il Garmin che possiedo da 7 mesi.
Le 4 gare corse sono le seguenti:
  1. 01-3-2009 Maratona di Barcellona 2.54.40
  2. 15-3-2009 MezzaMaratona di Brugnera 1.19.59
  3. 22-3-2009 Maratona di Roma 2.55.21
  4. 29-3-2009 Maratona di Treviso 2.51.20

Il recupero dalla Maratona di Treviso è già molto avanzato, stasera ho scaricato al parco con gli amici correndo in tranquillità ma sempre in leggera progressione, nel finale poi un giro a tutta alla media di 3'48'' al km.

Sono molto fiducioso che nel prossimo mese dove ho due impegni importanti, Vienna e Trieste, possa finalmente avvicinare l'obiettivo di correre una maratona a 4' al km.

lunedì 30 marzo 2009

Treviso Marathon 2009

Pioggia doveva essere e pioggia è stata. Era l'argomento sulla bocca di tutti nella settimana che ha preceduto la gara, ho visto e sentito molti amici rammaricarsi di questo alla vigilia; non è piacevole pensare che il lavoro e l'entusiasmo di mesi di impegno possano essere messi in discussione dalle bizze del tempo, dal ritardo di questa primavera che si ostina a farsi attendere. Ed invece alla fine la maggior parte dei podisti che hanno affrontato la edizione numero 6 della TrevisoMarathon tornano a casa con un riscontro cronometrico molto soddisfacente: la temperatura, il percorso, il pubblico comunque presente ad incitare hanno spinto molti a conquistare il proprio PB. La maratona nella mia visione della corsa ha tre momenti fondamentali: l'attesa, che va dal momento dell'iscrizione allo sparo; la gara in sé; tutto ciò che succede dopo aver tagliato il traguardo. L'attesa della gara come detto è stata condizionata dagli eventi meteo, dopo la trionfale edizione del 2008 che aveva visto le tre partenze differenziate con lo spettacolare ricongiungimento sul Ponte della Priula per omaggiare il Piave e il 90° della fine della grande guerra, quest'anno si è ritornati al classico percorso che da Vittorio Veneto porta a Treviso. La location della partenza è ottima, grandi spazi, un ampio parcheggio coperto da poter utilizzare come spogliatoio, una partenza larga e in rettilineo che evita intasamenti; neppure le difficoltà legate alla pioggia hanno impedito una partenza puntuale che il trascinante speaker Mutton ha caricato come al solito con i suoi interventi. Unica annotazione forse, aumentare il numero di bagni chimici nella zona dello spogliatoio. Servizi all'arrivo anche in questo caso condizionati e non poco dalla pioggia, ognuno ha dovuto arrangiarsi come ha potuto alla ricerca di uno spazio per indossare degli indumenti asciutti; lo spogliatoio maschile era buio ed inaccessibile, le docce (tranne per i primi) una chimera, la consegna delle sacche in alcuni momenti difficoltosa (non esiste fastidio maggiore che attendere nella ressa di “conquistare” la propria borsa degli indumenti). Va dato atto che tutti gli addetti hanno fatto del loro meglio.

La nota più positiva della manifestazione va senza dubbio al percorso di gara, ideale per correre, chiuso al traffico e presidiato ad ogni incrocio, tanti volontari ai ristori tutti euforici di esser parte dell'evento; all'ultimo spugnaggio ho voluto prendere una spugna pregna d'acqua e bagnarmi la testa solo per omaggiare con un gesto l'abnegazione di coloro i quali in quelle condizioni svolgevano un compito assolutamente superfluo. Dopo le ingiurie, le cattive parole che noi podisti siamo spesso costretti a subire nelle varie manifestazioni lungo lo stivale ieri ,come sempre accade nelle maratone venete, vi è stato un esempio di sportività da incorniciare. Nei paesi attraversati ma anche nei pressi di singole case appassionati armati del proprio ombrello pronti a incitare ed applaudire al nostro passaggio anche in queste condizioni nelle quali la scelta migliore era quella di restare a letto. La TrevisoMarathon merita di essere corsa anche solo per questo. Poche parole sulla mia gara. Ero teso ed emozionato alla vigilia, emozione legata all'affetto che mi lega alla maratona della Marca Trevigiana, tensione dovuta alla incertezza del recupero completo dalla fatica della domenica precedente a Roma. Sentivo le gambe reattive alla partenza ma la gara comincia dopo due ore e la possibilità che la fatica si potesse far sentire mi metteva in imbarazzo nello scegliere il ritmo da tenere. A togliermi d'imbarazzo è stato il mio amico Marco Grimaz che mi ha affiancato dopo pochi metri dallo start e mi ha coinvolto nel suo andare, un ritmo da 4' al km che scorreva tranquillamente anche se continuavamo a parlare. Purtroppo dopo alcuni km è stato costretto a fermarsi per un pit-stop ed io sono rimasto orfano della mia guida ed a quel punto ho pensato al celebre detto “Chi non risica, non rosica” ed ho continuato sullo stesso ritmo. Passaggio alla mezza in 1:25'45'' decisamente più veloce delle ultime due gare. Subito dopo metà gara splendido scenario sul passaggio del Piave che mi è stato ricordato (ma non c'era bisogno) da uno spettatore che con tono imperioso mi ha intimato di tenere la testa alta in segno di orgoglio e omaggio. Naturalmente non mi sono fatto pregare e su quella curva che piega a sinistra subito dopo il ponte della Priula dove si vede un lungo rettilineo in leggera discesa ho liberato la mia voglia di correre e di arrivare. E' stato un continuo recuperare secondi sui podisti che mi precedevano. Qua e là lungo il percorso qualche volto amico mi chiamava e mi incitava ma la vista appannata dalla pioggia e la concentrazione mi hanno impedito di rispondere a tutti che comunque ringrazio. L'avanzare dei km mi ha fatto sempre più comprendere che era alla mia portata un ottimo risultato e questo mi ha dato ulteriori energie che ho speso nell'esaltante finale nel centro di Treviso dove il percorso diventa tortuoso e difficoltoso a causa della pavimentazione. Ho corso gli ultimi 2 km in apnea, a tutta, senza risparmio. Sul rettilineo d'arrivo l'omaggio della citazione dallo speaker Brighenti e la medaglia al collo dopo aver fermato il crono sul tempo di 2:51'20'' con un negative split di 10 secondi. Dopo la gara prima ad assistere la compagna di squadra Anna vittima del freddo nonostante il PB e poi a festeggiare questa giornata che oltre a tanta umidità e pioggia ci ha regalato anche tante soddisfazioni.
Per i dettagli cronometrici sulla gara vedi il post precedente .
Per i dettagli sulla gara dei miei amici linkare su http://www.atleticabuja.it/ .

domenica 29 marzo 2009

Maratona di Treviso - poche news

Ritorno trionfante dalla TrevisoMarathon per me e tutti i miei amici udinesi. Eravamo presenti in 8 della mia società:
  • Pascolo Luca 2.45.45 PB
  • Margiotta Antonio 2.51.20 4' meglio della Maratona di Roma
  • Parrella Anna 3.16.06 3^ MF45 Campionato Italiano
  • Bonetti Oscar 3.19.15 PB
  • Amato Giuseppe 3.23.54 PB
  • Parrella Antonella 3.26.10 Campionessa Italiana MF50
  • Piermarini Marco 3.38.30 PB
  • Ciarla Anna 3.49.19 PB

...e poi tantissimi altri bei risultati e nonostante la pioggia tanto pubblico ad incitare ed applaudire. Le maratone venete sono uniche.

Sinteticamente la mia gara, peccando un po' di presunzione, la definirei perfetta.

"Chi non risica, non rosica" potrebbe essere la sintesi ma con un'appendice: "con lucica freddezza".

  1. 10 km 40'38''
  2. 20 km 40'35''
  3. 30 km 40'38''
  4. 40 km 40'39''
  5. 42,195 8'50''

Prima metà in 1.25'45'' seconda in 1.25'35''----NEGATIVE SPLIT

Peccato che i rilevamenti degli intermedi non fossero posti nel punto giusto, i parziali evidenziati su TDS in gran parte non sono reali, in particolare il km 10 e il 40.

sabato 28 marzo 2009

Maratona di Treviso - ultime sensazioni

Mancano solo poche ORE alla partenza.
Sono teso, agitato, emozionato come se fosse l'esordio. Speriamo di dormire stanotte e dormire bene, ne avrei proprio bisogno per sfruttare al meglio le energie residue.
Intanto un po' per gioco un po' per scaramanzia io, mia moglie e Giulia (mia figlia) abbiamo fatto un pronostico che riporto:
  1. Gabriella 2.52.54
  2. Giulia 2.56.58
  3. Antonio 2.54.59

venerdì 27 marzo 2009

Maratona di Treviso - i precedenti

Domenica prossima affronterò per la quinta volta la TrevisoMarathon che è una delle gare alle quali sono più legato perchè rappresenta un modello di organizzazione che apprezzo, perchè è un tracciato adatto ai miei mezzi e sul quale ho ottenuto ottime soddisfazioni compreso quel 2:38 che rappresenta la mia seconda miglior prestazione di sempre.
Vediamo nei dettagli:

Come al solito farei qualche previsione anche se in questo caso con ancora nelle gambe la Maratona di Roma è più azzardato del solito.

Lascerò correre le gambe nei primi km ma guardando anche il cronometro visto che i primi km in leggera discesa rischiano di far commettere gravi errori; cercherò di attestarmi sui 4'07''-4'08'' per tentare un passaggio di 1:27'. A quel punto sentirò lo stato delle gambe se ce n'è il finale mi si adatta.

Puntare a stare sotto le 3 ore è l'obiettivo minimo, tentare di far meglio di Roma quello che ho in testa ma ho anche messo in preventivo di poter pagare la fatica della precedente 42 e poi c'è l'incognita meteo che dovrebbe presentarci pioggia abbondante.

Pace-maker 2005

Pace-maker 2006

2006 all'arrivo con Elena Jaccheri

poi torno a prendere Monica Zenarolla

2008 prima della partenza con gli amici di ventura

giovedì 26 marzo 2009

Progressivo soddisfacente

Mancano ormai poco più di due giorni all'appuntamento di Treviso. Le notizie e gli amici che si interessano più di me mi annunciano pessime condizioni atmosferiche per domenica con freddo e pioggia. Intanto io mi godo il sole che oggi è veramente gradevole. Ieri uscita in parte in compagnia di 13 km con progressione finale. Oggi altra bella seduta di progressivo iniziata qualche secondo sopra i 5' al km e terminata ben sotto i 4'; le gambe inevitabilmente risentono di domenica ma confido che ancora due giorni di scarico possano rimetterle in sesto. Complessivamente oggi la media è venuta a 4'32'' con 127 bpm di FC media ed un ultimo giro in 6'16'' che significa 3'53'' al km. Mi verrebbe da far subito la previsione per domenica ma forse è meglio temporeggiare ancora qualche ora.

mercoledì 25 marzo 2009

Partire e non finire

Riporto un bellissimo pezzo di Monica Liguori che esprime le sensazioni di partire per correre una Maratona e dover rinunciare di tagliare il traguardo. Per leggerlo in versione integrale cliccare sul banner sotto.

Già sapevo che sarebbe stata una grandissima avventura, un qualcosa che avrebbe rasentato la follia pura, ma con quella testardaggine e quell’impulsività che sempre contraddistingue tutte le mie azioni, sapevo benissimo che nonostante tutto sabato mattina avrei preso quel treno per andare a Roma, dovevo correre la maratona nella città eterna, dovevo correre la mia seconda maratona e volevo farlo con tutta me stessa, con quella determinazione e volontà famigliare solo al popolo dei podisti che parlano un linguaggio comprensibile solo a chi pratica questo mondo.
[............]
Ieri sono andata a vedere le classifiche, ho visto che chiaramente fino al 25° km i miei tempi erano rilevati, dopo, cercando al 30° c'era scritto solo un inesorabile Not Found, due parole che denunciavano una sconfitta, due piccole parole per un grande sogno infranto. La maratona mi ha dato una grande lezione, non si può mai pensare di affrontarla se non si è nelle condizioni fisiche adatte perchè lei non perdona e non bastano la calma e la determinazione per vincerla, non basta desiderarlo e volerlo, bisogna essere in empatia con lei, bisogna corteggiarla, bisogna aggirarla e per farlo bisogna anche essere però nel pieno delle proprie forze. Oggi sono piena di rabbia, di delusione e di rammarico per questa trasferta romana, ma dentro di me ho, chissà perchè, la netta sensazione che questa carica negativa in qualche modo mi aiuterà.

martedì 24 marzo 2009

Ripresa - + foto Roma

Sarà una settimana leggera di totale scarico in vista del prossimo impegno di domenica a Treviso dove bisserò sulla maratona. Stasera 4 giri al parco in relax con gli amici che casualmente ho incontrato. Partenza a 5'38''-5'12''-4'47'' ed infine giro finale aumentando completato a ritmo di 4'01'' al km con le gambe belle e rispondenti agli stimoli. Sono molto fiducioso.
Ancora qualche foto di Roma che mi giunge da amici.
Crema riscaldante...

subito dopo l'arrivo

con Stefano Morandini

con Marco d'Innocenti

con due grandissimi ultramaratoneti e grandi uomini innanzitutto: Andrea Rigo e Marco D'Innocenti

Maratona di Roma

“Viveva, or non è molto, in terra della Mancia...negli intervalli di tempo nei quali era in ozio si applicava alla lettura dei libri con predilezione e sì grande compiacenza, che obliò quasi interamente l'esercizio della caccia ed anche l'amministrazione delle cose domestiche”. Così comincia l'avventura di Don Chisciotte che bardato della sua armatura intraprese la strada che lo avrebbe portato a combattere numerose battaglie per conquistare la sua Dulcinea.Domenica noi novelli Don Chisciotte accompagnati da tantissimi Sancho Panza non eravamo nella Mancia ma in via dei Fori Imperiali, anche noi bardati di canotta e pantaloncino desiderosi di conquistare la nostra Dulcinea che altrettanto diffidente ci chiede di combattere battaglie difficili prima di concederci la sua mano: nell'occasione l'amata si chiama Maratona di Roma.

Doveva

essere la Maratona da pace-maker delle 3 ore ed invece all'ultimo momento mi si voleva dirottare sulle 3'15'': la risposta è stata secca ed immediata. No, ancora per un po' voglio combattere per conquistare il traguardo delle 3 ore prima di passare allo step successivo.Libero quindi, libero di lasciar andare le gambe a ricercar da sole il ritmo, quello che si può tenere senza soffrire più di tanto nella prima parte, quello che consente di guardarsi attorno.

C'è un problema a Roma, guardarsi attorno sarebbe bello e la materia da ammirare non mancherebbe ma il terreno è accidentato, l'appoggio incerto e le mie caviglie (con tendini annessi) meritano considerazione, i garretti del mio Ronzinante vanno trattati con attenzione e preservati.Così gran parte della gara ho dovuto spendere (io come gli altri) energie preziose per cercare il giusto appoggio sui sanpietrini.L'attesa della partenza è stata lunga e vissuta insieme ai miei amici di ventura

Renato, Stefano e Michele; il commento principale quanto ci avrebbe danneggiato il vento che minaccioso faceva ondeggiare le cime degli alberi, per fortuna un bel sole ci avrebbe accompagnato sino al traguardo. Eolo però è infingardo soffia sempre contro, se va bene te lo trovi di lato e nei tratti in cui dovrebbe essere a favore (se la fisica non è un'opinione) arriva la Legge di Murphy, quel tratto sarà coperto e quindi non godrai dell'effetto benefico.La musica tratta dalla colonna sonora di Momenti di Gloria è servita ad alzare il tasso di adrenalina, poi lo sparo e via ad iniziare questa nuova battaglia.Un fiume di gente, gambe ansiose di liberare energie, gomiti che larghi cercano varchi dove infilarsi, sorrisi, saluti, timori, gesti scaramantici. Che la Maratona inizi.Piazza Venezia e l'Altare della Patria sulla nostra sinistra, avremo modo di rivederlo; ora bisogna trovare il ritmo giusto; dinanzi a me vedo due maglie con i mori sardi: è Pierpaolo Stefanopoli, un saluto e poi entrambi alla ricerca dello stesso obiettivo, under three hours.Circo Massimo, Piramide e via verso la Basilica di San Paolo dove al 5° km la media segna 4'08'' al km, non è un ritmo che ho ricercato, le gambe vanno da sole evidentemente è quello giusto, mi limito a premere il pulsante dello split senza badare neanche a controllare ogni km.Si torna indietro costeggiando il Tevere per un lunghissimo tratto prima su una sponda poi, dopo aver attraversato un ponte, sulla sponda opposta, un nuovo ponte e ci si dirige verso “Er Cupolone”; il viale che offre la vista della Basilica di San Pietro è molto affascinante da percorrere. Al mio fianco quasi dalla partenza vi sono due amici veneti, Tiziano di Treviso che ho conosciuto alla Camignada dello scorso anno e un tesserato della società “Aggredire” del quale io, smemorato, non ricordo il nome. Scambiamo qualche parola, a tratti fatico a tenere il loro passo ma siamo sempre lì.Ogni tanto uno sguardo al Garmin: l'indicazione è fissa sullo stesso ritmo, le gambe sono in funzione PILOTA AUTOMATICO, 4'08'' al km.Transitiamo alla mezza in 1:27'19'', riflessione immediata: si tratta dello stesso tempo, al secondo del mio passaggio a Barcellona di tre settimane fa; oggi però sono certo che quel tempo sarà difficilmente ripetibile, le gambe cominciano ad accusare la fatica e poi Eolo non ci dà tregua.Siamo nella zona del Foro Italico, è il momento di darsi una mossa: quando si è in difficoltà la miglior difesa è l'attacco. Il Don Chisciotte che è in me saluta gli amici, prende in prestito la Durlindana di Orlando e decido di vender cara la pelle, prima di cadere a Roncisvalle farò mia Dulcinea. Ronzinante a noi! Attacchiamo i mulini a vento (tanto il vento non manca)! Inizio una buona progressione aiutato anche dalla leggera discesa , la Moschea mi scorre accanto, sono in stato di grazia temporaneo, supero un sacco di concorrenti, guadagno posizioni con regolarità. Al 30° km la mia media non si schioda dal 4'08'', le gambe stanche ancora non mollano, faccio fuori “i mulini” uno alla volta; l'intermedio al 35° mi dice che ho addirittura incrementato di qualche secondo.Siamo ormai in pieno centro davanti a me intravedo il km 36, mi affiaca Sancho Panza il mio fido scudiero, mi supera, tenta di scappare. Uno scudiero non molla mai il suo capo nel momento del bisogno; non è Sancho e un podista travestito la guerriero che avevo superato nei primi km, spada in mano corre leggero, provo a stargli dietro ma le mie gambe accusano la fatica. Tra Via del Corso e Piazza del Popolo raccolgo tanti incitamenti dagli spettatori, il mio nome impresso sulla canotta viene scandito nelle lingue più svariate: “Animo, Antonio” urla una spagnola; “Go, Antonio, go” una americana lentigginosa ma carinissima; ci scappa pure qualche “e annamo Anto'” di chiare origini autoctone.Oramai sono agli sgoccioli, mancano “quattro sporchi km”, transito in Piazza di Spagna, altro bagno di folla e di incitamenti, non ho la forza neanche di volgere lo sguardo a sinistra per vedere la scalinata, la Fontana di Trevi meriterebbe molto più della mia indifferenza. Faccio ricorso alle strategie solite per consumare questi ultimi km: mancano due miseri giri del parco dove mi alleno, al traguardo. Altare della Patria, omaggio e rispetto ma il Colosseo è ormai il mio obiettivo.Faccio due conti, il risultato è ormai segnato, finirò in 2:55' se il cuore e la testa suppliranno alla mancanza delle gambe negli ultimi 2 km.Spremo le residue energie, i sanpietrini di Via San Gregorio sono l'ultimo supplizio, in fondo l'Arco di Costantino è la meta.Sulla curva in salita che costeggia il Colosseo il pubblico è assiepato, saluto e ringrazio per gli incitamenti, quando inizia la discesa improvvisamente piomba il silenzio, le transenne impediscono la presenza dei sostenitori. Lì davanti a me lo striscione del traguardo, ai lati il deserto, che malinconia questo arrivo.Non c'è neanche da lanciare la sfida al cronometro, arrivo rallentando in 2:55'21''; la medaglia al collo è un premio assai meritato quest'oggi.Don Chisciotte ha fatto sua Dulcinea per la 153^ volta ed anche quest'oggi sotto le 3 ore.L'attesa è ora per gli altri “amici di ventura” che invece sono rimasti vittima tutti di “galeotto fu il cag...”: Stefano conclude in 3:03' rimandando ancora il suo appuntamento con l'abbattimento del muro, Renato in 3:23', Michele 3:45'.Dopo la linea del traguardo vivo uno dei momenti meno positivi di questa manifestazione: la riconsegna sacche è un supplizio per molti, per cambiarsi bisogna trovare un angolino sull'asfalto e per fortuna che c'è il sole. Da questo punto di vista Roma è molto lontana da New York ed anni luce da Berlino, Dublino, Barcellona.Sarebbe impossibile nominare tutti gli amici tra gli oltre 11000 che hanno tagliato il traguardo:

i Mercurys di Vittorio Veneto,

Anna la maratoneta (PB in 3'05'')

Andrea Marchiol anche lui PB,

i coniugi Pagavino, quelli del Niù Team,

e poi certamente un pensiero al popolo dei delusi, di quelli che si aspettavano tanto ed hanno raccolto meno oppure a quelli che per un motivo o per l'altro non sono riusciti a tagliare il traguardo.

L'anno prossimo non tornerò perchè questi sanpietrini meritano un tempo più lungo per essere digeriti invece già domenica prossima sarò al via della Maratona di Treviso per una nuova sfida: indovinate un po' quale sarà il mio obiettivo?

lunedì 23 marzo 2009

Maratona di Roma - Prime news

Sono rientrato da poco dalla trasferta nella capitale per la Maratona, mi ritengo abbastanza soddisfatto del weekend nel suo complesso ed anche del riscontro nella gara anche se rimane un minimo di rammarico per aver beccato una giornata climatamente non ideale, il vento ha danneggiato tutti e se penso che stamattina il sole splendeva e non c'era più una bava di vento il rammarico aumenta.
Questa mia 153^ Maratona va in archivio con un 2:55'21'' realizzato con grande regolarità, ma con gli ultimi 6 km corsi in sofferenza correndo quei 5 secondi al km più lento che fanno la differenza con la maratona di Barcellona.
Le sensazioni tenterò di esprimerle domani...ho bisogno di una notte di riposo.

Da notare che il rilevamento preciso del 40° km è 2.46.07 (e non come indicato) in quanto il tappeto era leggermente spostato. Quindi gli ultimi 2 km non solo realmente tanto più lenti degli altri.

La FC media si attesta sui 141 bpm con un picco sulla salita finale del Colosseo di 155 bpm. Il ritmo medio è di 4'09'' al km.

venerdì 20 marzo 2009

Correvo. Corro. Correrò.

Pubblico una riflessione di una podista friulana che ha fatto da poco ingresso nel mondo del podismo agonistico, parole intense che possono servire a chiunque stia vivendo un momento di "rallentamento" per ripartire di slancio. Chi invece è già in corsa ...corrà di più. Naturalmente io da patito della Maratona attendo Agnese in una 42 km...prima o poi.
Primavera 2006, bisogno di cambiamenti per sopravvivere allo stress. Inizio a correre, da sola, ma non so perché. Primavera 2007, dopo un anno di radicali cambiamenti l'unico punto fisso è rimasto la corsa. Corro, sempre da sola, ma non so veramente perché. Primavera 2008, un'amica continua a dirmi: vieni con me... a correre... con il Gruppo. Primavera 2009, dopo tre anni corro ancora, da un anno con il Gruppo. E forse ho capito perché. In un momento difficile della mia vita ho intrapreso un percorso che si è rivelato molto efficace e soprattutto ha arricchito di esperienze positive la mia vita. Correvo, la corsa era come un nuovo sfondo di una vita stressata e difficile, valvola di sfogo in momenti complicati, era fatica, sudore, ricerca di solitudine. Uno sfondo che a spesso diventa primo piano, sgomitando contro le difficoltà, lo stress, i problemi e quindi mi faceva stare meglio, ma da sola. Correvo, ma l'obiettivo primario, la voglia di rimanere in forma, andava perdendo consistenza, significatività e vigore. Per un periodo avevo quasi mollato, finché la mia “amica del cuore” dopo almeno un anno o due di continua insistenza, mi ha convinta a provare. La sera in cui mi sono presentata alla coach, proprio quella sera, la mia amica non c'era! Avevo bisogno del suo supporto! Sono una persona poco espansiva, non mi piace mettermi in mostra... e mi sono trovata nella peggiore delle situazioni per me. Da sola ad “affrontare” un gruppo che già vedevo unito. “Non c'è posto per me”, pensavo, irritata delusa frustrata. Stavo pensando di andarmene, poi però mi sono fatta coraggio, e dopo le presentazioni di rito, via in pista. Il resto è storia. Piano piano ho imparato a correre, il “pinguino” - come mi definiva la coach – ha cercato di migliorare, ascoltando i consigli – preziosi – sia della coach che degli esperti, guardando, ammirando, e soffrendo le poche volte che cercava di seguire il loro passo. Poi ho capito che la corsa era una cosa del tutto personale, che dipende molto dalla predisposizione personale e soprattutto dalla costanza. Corro, e devo ringraziare il fantastico Gruppo di cui faccio parte se non mi sento una “schiappa”, se riesco ad affrontare le gare senza sentirmi inutile anche quando arrivo ultima, se non me la prendo quando vengo richiamata all'ordine perché chiacchiero con il “gruppo di siorete”. Grazie alla coach che mi ha fatto provare la corsa in montagna, dove sono riuscita a combattere le mie fobie, arrivando in lacrime al traguardo della prima corsa...ma ce l'avevo fatta... Grazie al Gruppo che riesce a rendere uno sport di per sé individuale un momento collettivo, una condivisione di esperienze. Questa esperienza mi ha arricchita molto, mi ha dato modo di confrontarmi con tante persone e soprattutto di ri-pensare a me stessa, di mettermi alla prova, di crescere come persona, di conoscere posti nuovi, di riscoprire la mia terra. Mi ha dato la possibilità di trasmettere questa passione ai miei figli, che porto con me agli allenamenti, e che spero continuino volontariamente. Certo, il tempo dedicato a tutto questo è tanto, ma alla fine si trova il tempo per tutto, è la motivazione che conta. La mia motivazione, dalla fuga dalla realtà di qualche anno fa si è trasformata nella ricerca dello star bene, in gruppo, ma soprattutto quando non c'è il Gruppo ad aiutarmi. % % Correrò. Questa è la mia forza.

giovedì 19 marzo 2009

Maratona di Roma - mi si è scoppiato il palloncino

Stamattina apprendo che non sarò più pace-maker domenica alla Maratona di Roma, mi si è scoppiato il palloncino. Sarò comunque presente ma libero di correre al mio ritmo. Il gruppo che cura gli assistenti di gara ha avuto qualche problema di distribuzione e mi si chiedeva di passare a condurre il ritmo delle 3:15.
Senza remore ma anche senza alcun dubbio ho rinunciato: la sfida con le 3 ore voglio che continui ancora per qualche tempo tra me e la maratona.
Indosserò quindi la mia canotta societaria con la scritta Antonio e la bandiera italiana nonchè naturalmente la mia bandana. In libertà ma sempre agguerrito ed intorno al ritmo delle 3 ore.

Festa del papà ...da leccarsi i baffi

Immancabile l'appuntamento con la Zeppola di San Giuseppe (nella foto), dolce tipico dell'Italia meridionale ed anche del Salento. Vengono preparate generalmente nel periodo di San Giuseppe (19 marzo) tanto da essere un dolce tipico della festa del papà. Gli ingredienti principali sono la farina, lo zucchero, le uova, il burro e l'olio d'oliva. Nella tradizione esistono due varianti di zeppole di San Giuseppe: fritte e al forno. In entrambi i casi le zeppole hanno forma circolare con un foro centrale dal diametro di 2 cm. circa e sono guarnite ricoprendole di crema pasticciera. Anche nel Salento le zeppole vengono preparate per la festa di San Giuseppe e in alcuni paesi dove si preparano le tradizionali "Tavole di San Giuseppe" vengono utilizzate come ultima pietanza, per dolce. Tra le varianti preparate in casa vi sono zeppole intrecciate a forma di "elle" minuscola, fritte e passate ancora calde nello zucchero. Queste zeppole non hanno tipicamente la crema. Questi gli ingredienti: 500 g di farina, 1/2 litro di acqua, l0 uova, 100 g di strutto, zucchero semolato q.b., un pizzico di sale, olio per frittura, crema pasticcera q.b. Mettete sul fuoco in una casseruola l'acqua, il sale e lo strutto. Quando inizia a bollire, toglietela dalla fiamma e versate di colpo la farina. Rimettete la casseruola sul fuoco e incorporate bene il tutto, in modo da formare, sempre rimestando, una pasta consistente. Quando la pasta si staccherà in una sola massa a casseruola, spegnete la fiamma. Aggiungete le uova, una per volta, rimestando continuamente l'impasto. Lasciate riposare per mezz'ora. Con un sacco "a poche" con bocchetta a stella del diametro di circa tre centimetri realizzate su fogli di carta oleata di strutto delle ciambelle toroidali di una decina di centimetri di diametro. Per la frittura occorrono due padelle colme di olio a differenti temperature; passate le zeppole prima nella padella con olio a temperatura tiepida, onde si gonfino e si rassodino, quindi passatele nella seconda padella, a temperatura maggiore perchè finiscano di cuocere e acquisiscano un'invitante colorazione bruno dorata. Sgocciolatele, e quando si raffreddano cospargetele di zucchero semolato, quindi guarnitele, a mezzo della sacca, di crema pasticcera e spolverizzatele di cannella in polvere.
Fossi stato nel mio Salento me ne sarei "strafogato" almeno 7-8 di zeppole invece sono costretto a guardarle in foto...
...ma fussi ca fussi che anche qui a Udine qualche pasticceria le conosca?

mercoledì 18 marzo 2009

Maratona di Roma - Uno sguardo al passato

Domenica sarò a Roma per correre la Maratona più partecipata d'Italia. Per molti è la migliore, per me assolutamente no e questo giustifica il poco affetto che mi lega a questa gara. E' difficile rintracciare le ragioni ma provo a buttarne lì qualcuna: percorso accidentato, nei primi anni il tratto da percorrere sui sanpietrini era rilevantissimo ora molto meno, in alcune edizioni molto tortuoso, infine la vera ragione forse è che mi fa andare su di nervi il fatto che ogni anno ci siano un sacco di tagliatori. Ebbene si, non bisogna tacerlo: sul percorso della Maratona di Roma si può tagliare con molta facilità e tanti lo fanno. Tanti più che in ogni altra maratona d'Italia e questo mi disgusta.
Detto questo faccio un breve excursus sulle mie precedenti 5 partecipazioni:
  • 12-03-1995 3.20.41
  • 24-03-1996 3.24.29
  • 16-03-1997 2.40.27
  • 29-03-1998 3.02.51
  • 26-03-2006 3.11.57

Nel 1995 era la mia seconda maratona in assoluto e dopo la tremenda cotta di Venezia '94 fu un grande risultato portare a termine la gara senza camminare e come si può vedere dalla foto ero ancora ben lontano da essere ritenuto un atleta con il mio marsupio in vita, il cappellino da tapascione e l'andatura da podista in vacanza. Ho ancora nella mente la tremenda salita che portava su a Villa Borghese, rimarrà un ricordo indelebile per la sua durezza. Per fortuna dopo qualche anno decisero di toglierla.

Nel 1996 nonostante avessi già messo su qualche esperienza riuscii di nuovo a cuocermi percorrendo nel finale diversi tratti di passo.

Nel 1997 mi ero preparato a puntino e finalmente ottenni un grandissimo risultato arrivando anche tra i primi 50, stabilii un 2:40 di tutto rispetto che rimane uno dei "capolavori" della mia "carriera".

Nel 1998 corsi senza infamia e senza lode non riuscendo a stare sotto le tre ore.

Una lunga assenza fino al 2006 quando avevo accettato in prima istanza di fare il pace-maker ma all'ultimo momento causa un infortunio vi rinunciai, la gara andò si dalla partenza a remengo, dopo la metà fui costretto anche ad un pit-stop improrogabile (e mi trovavo in pieno centro, non vi dico la soluzione scelta per paura che qualche romano ricordi). Rientrato dai box senza ormai speranze di un risultato accettabile mi misi al fianco dell'amica Marilena Dall'Anese e l'aiutai a fare quello che ancora ora è il suo primato personale: 3.11.57

lunedì 16 marzo 2009

Maratonina di Brugnera

Di seguito tutti i podi del campionato regionale di Maratonina FVG femminile:

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e maschile

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