Nessuno può sentirsi sicuro di vincere, al momento di partire. Non si può star certi nemmeno di arrivare fino in fondo. La maratona è l'unica gara che si può perdere anche correndo da soli.

Perle di saggezza

Se vuoi correre, corri un miglio. Se vuoi conoscere una nuova
vita, corri la Maratona!


Emil Zatopek (citazione segnalatami da Giovanni Chessa)

Me medesimo in numeri

213 MARATONE corse



PB 2:36'28'' 08.10.2000 GoldMarathon Cesano Boscone (MI)







un centinaio di MEZZE corse



PB 1:13'09'' 01.10.2000 Udine







cinque 6 ORE




PB 73,096 km (Buttrio 2014)







cinque 100 km (4 Passatore)



PB 8:51'28'' giugno 2005 in pista Fagagna (UD)



PB Passatore 9:09' 2004 Firenze-Faenza







una 12 ORE



PB 119,571 km
31-08-2014 Passons (UD)







3000



PB 9'39'' San Vito al Tagliamento (PN)







5000



PB 16'27''







10000



PB 35' 36''







3 VOLTE IRONMAN FINISHER






domenica 31 agosto 2008

Skyrace delle Dolomiti friulane -prime news

Se dovessi cominciare dalla sensazione che più mi è rimasta di questa giornata la risposta sarebbe secca e perentoria: un fortissimo mal di schiena!!! Passerà, ma intanto ora sembro un vecchietto infermo che non riesce a piegarsi e a fare il minimo movimento. Dopo la maratona di domenica scorsa e l'intensa settimana di cammino a Dublino e Londra, l'abbondante scorta di birra, il viaggio in aereo e non bastasse l'allenamento di venerdì sera, quello che ci voleva oggi erano proprio 20 (o forse 22 km) di montagna con 1700 m di dislivello. In questo momento non sono abbastanza lucido per dare un giudizio complessivo sulla giornata ma solo due impressioni buttate lì.

  • Gara ben organizzata;
  • percorso decisamente impegnativo con salite e discese che mi sono sembrate troppo ripide per essere corse con le mie scarse capacità "di montanaro";
  • tempo impiegato 3:16'42'' (pensavo di metterci intorno alle 3 ore); se metto a confronto la mia prestazione con quelle di miei amici in una gara con le stesse caratteristiche sono andato decisamente male;
  • ho scassato la mia digitale.
Guardando ai lati positivi:
  • ho conosciuto una nuova sfida e acquisito un risultato che il prossimo anno potrò sfidare;
  • ho convinto il mio amico Gianpaolo a condividere con me quest'avventura;
  • ho passato una bella giornata;
  • ho fatto gli ultimi 3-4 km (gli unici nei quali ho potuto correre a ritmo forsennato recuperando un sacco di posizioni;
  • ho visto un ragazzino di 11-12 anni al massimo arrampicarsi come uno stambecco e soprattutto andare in discesa a velocità supersonica, ha impiegato solo 6 minuti più di me e penso di averglieli dati tutti nell'ultimo tratto pianeggiante (un talento di cui sono sicuro si sentirà parlare nei prossimi anni, il suo nome è Mattia Del Fabbro.

Le classifiche sono pubblicate sul sito oppure cliccando qui.

domenica 24 agosto 2008

Maratona di Longford (Irlanda)

La mia solita maratona estiva a coniugare passione podistica con desiderio di conoscere nuovi luoghi. Quest'anno la destinazione e' stata in Irlanda o meglio in the hearth of Ireland come e' sovraimpresso sulla medaglia ricevuta al termine della gara. Piu' che nel cuore dell'Irlanda si trattava IN THE MIDDLE OF NOWHERE (nel mezzo del nulla), km e km percorsi nella campagna vedendo pochissima gente, tanta campagna, tanto bestiame (pigro, bestiame che solo in una occasione mi ha degnato di un muggito), diverse pecore. Tutto sommato una bella nuova esperienza dal punto di vista del luogo; il meteo inizialmente da schifo, con una partenza con freddo e pioggia che ci ha fatto temere il peggio, poi per fortuna il sole e' riuscito anche a far capolino o quantomeno le nuvole si sono trattenute dal rovesciarci addosso il loro liquido contenuto. Le aspettative per questa gara erano scarse, lo stato d'animo con il quale sono giunto alla partenza fin troppo tranquillo; unico obiettivo "battere" Stefano che la scorsa settimana aveva corso a Helsinki in 3:07. Questo l'obiettivo dichiarato, quello vero il solito: sfidare il cronometro e giungere al traguardo prima che scocchino le three hours. E' stata dura, ho dovuto correre fino alla fine consumando fino alla ultima energia ma ce l'ho fatta. 2:57'40'', cio' che invece non sono riuscito a portare a casa e' lo split negativo della seconda parte. Nella mia corsa solitaria dall'inizio alla fine sono transitato alla mezza in 1:28'10'', nel secondo tratto sono riuscito a spingere fino al 32esimo km poi un leggero cedimento ma nuovamente l'ultimo miglio in 6'40'' mi ha caricato per una bella progressione con due sorpassi e lo sprint sugli ultimi 100 m.

UPDATE

La gara in sé dal punto di vista organizzativo e nel rapporto costo-servizi offerti è poco soddisfacente ma forse in linea con gli standard in vigore nel resto d’Europa ma assolutamente al di sotto della media italiana. Location della partenza-arrivo assolutamente spartana con pannello d’arrivo che si teneva “con il nastro adesivo”, ristori lungo il percorso a base di acqua (in bicchiere e spesso veniva offerto anche semivuoto), solo nel finale mi è sembrato di scorgere qualche integratore, a causa della misurazione in miglia non ho presente la esatta dislocazione ma mi è sembrato che fossero posizionati anche un po’ a caso e a sorpresa; il ristoro finale inesistente, dopo aver tolto il chip era possibile prendere una bottiglia di integratore e null’altro; spogliatoi e docce assenti; traffico aperto con una gestione del km finale chiaramente a rischio con podisti ormai poco lucidi costretti a zigzagare tra le macchine nel rettilineo finale. Discreta la medaglia ricordo anche questa consegnata a mano e non messa al collo (cattivissima abitudine), maglietta ricordo scadente che non giustificava per niente i 45 euro di iscrizione. Insomma una maratona nel mezzo del niente corsa nel cuore dell’Irlanda che dal punto di vista del ricordo sportivo passerà presto nel dimenticatoio. Alla gara hanno preso parte anche altri italiani: Andrea Rigo da Tiene che si è classificato quarto assoluto con 2:37’ e per lui si tratta di un ottimo allenamento visto che sta correndo in prospettiva della gara di una gara di 100 km che correrà in novembre con la maglia della Nazionale; alla gara di mezza maratona ha preso parte anche Monica Francioso, italiana che vive in Irlanda da qualche anno e nostra “guida ufficiale” in questa 4 giorni di tour tra i pub irlandesi.

Per ulteriori dettagli e approfondimenti sulla maratona di Longford rinvio ai Blog di Monica e Andrea

giovedì 21 agosto 2008

La velocità giamaicana

In queste Olimpiadi la velocità veste i colori giamaicani e non ci sono dubbi. Corsa naturale, superiorità disarmante. Uomini e donne dominano e non sono macchine da corsa, ammasso di muscoli...sono belli da vedere e da gustare nel loro gesto.

Io intanto pensando a Usain Bolt ieri ho ripreso a correre: 16 km con un finale in progressione dei bei tempi. Sono pronto per la maratona.

mercoledì 20 agosto 2008

Aria di ferie

Si respira ovunque aria di ferie che in genere significano relax dal lavoro, tanto tempo libero, possibilità di fare ciò che si vuole ma per quanto mi riguarda molto spesso hanno il significato negativo, dal punto di vista podistico, di staccare la spina. Mi sono portato dietro dal Friuli i residui di un problemi alla parte posteriore del ginocchio che ora sembra passato, in compenso domenica scorsa mi sono alzato con un forte mal di schiena che ho faticato a domare a colpi di Voltaren gel (è doping???). Ora anche questo acciacco sembra superato; quella che invece non sembra assolutamente recuperata è la voglia di riprendere a correre.
L'ultima mia uscita è stata martedì 12 agosto (21 km lenti), da allora solo una lunga passeggiata di due ore durante le quali ho fatto 13 km sabato 16.
Sicuramente il clima caldo e le Olimpiadi stanno influendo.
Sto seguendo "a sprazzi" questa Olimpiade pechinese cercando di tenere dietro agli sport che più mi interessano con il solo ausilio della Rai che decide cosa sia importante e cosa no. Avessi avuto il satellite non mi sarei perso qualche momento interessante.
Fino ad adesso solo brevi momenti di sport entusiasmante: Phelps, immenso; alcuni bei risultati delle italiane nel nuoto, la scherma sempre prospera di ottimi risultati.
Nell'atletica per l'Italia forse complessivamente raggiungeremo il livello più basso della storia olimpica italiana: (finora) ci rimangono solo la grande determinazione di Obrist capace di esaltarsi ed esaltarmi con i suoi finali ed andare a prendere una finale nei 1500 che era del tutto insperata, un bel 3000 siepi femminile con record italiano.
Per fortuna risco a guardare l'atletica con occhio non solo da tifoso e quindi potermi gustare la disarmante scioltezza di Usain Bolt che stravince i 100 m, e conto stasera di riverderlo altrettanto scilto dominare anche i 200 m, magari con un altro record mondiale; la immensa Isimbayeva dimostrare di essere extraterrestre e salire lassù dove nessuna ora (e peso per un bel po') può raggiungerla.
Alcuni flash:
ultimo giro dei 10000 m uomini in 53'' di Kenesisa Bekele;
100 m donne femminili tre donne giamaicane ai primi due posti;
10000 m femminili Dibaba fantastica;
Purtroppo non ho guardato la Maratona femminile e temo di non riuscire a vedere neanche quella maschile in quanto sarà quello il giorno della mia Longford Marathon.
Intanto assaporo le prelibatezze del Salento cercando di pensare anche alla bilancia: spaghetti ai ricci di mare, impepata di cozze, polipo alla Luciana, frittura mista, mozzarelle (quelle vere!).
... e mi riprendo qualche momento di pace nella Otranto by night.

giovedì 14 agosto 2008

E' l'unico al mondo...

Se Michael Phelps è l'unico al mondo che può permettersi di fare i risultati che sta realizzando a Pechino penso nessuno possa dubitare che sia anche l'unico al mondo che si consenta la dieta sotto indicata che ho trovato su internet.

Mangiar bene, per sentirsi in forma. Con l'oro conquistato nella 4x200 stile libero, Michael Phelps è entrato ieri nella storia vincendo l'undicesimo titolo olimpico e salendo per la quinta volta a Pechino sul gradino più alto del podio. Dopo l'ultimo trionfo, il nuotatore statunitense ha rivelato il segreto che gli consente di sostenere durissimi allenamenti, cinque ore per sei volte la settimana: un'incredibile dieta - si fa per dire - da 12mila calorie al giorno, sei volte la quantità standard di un adulto maschio. La colazione del campione capace di oscurare Mark Spitz prevede tre uova in padella con il pane, con l'aggiunta di alcuni selezionati ingredienti: formaggio, lattuga, pomodori, cipolle fritte e ovviamente maionese. Poi due tazze di caffè e una scodella di fiocchi d'avena, una "pappa" di cereali spezzettati. Ma non è ancora finita. Ci sono tre fette di pane tostato, con zucchero a velo per assicurarsi che non manchino calorie. Per finire, tre piccole frittelle di cioccolato. Terminata la prima colazione e con le fitte della fame per l'incombere del pranzo, Phelps non rinuncia a mezzo chilo di pasta condita e due grandi panini con prosciutto e formaggio, pieni di maionese. E senza dimenticare mille calorie di bevanda energetica. La cena è il pasto in cui il nuotatore fa la scorta di carboidrati per l'allenamento del giorno successivo. Ancora mezzo chilo di pasta, accompagnato però da una pizza e altre mille calorie di bevanda energetica. Poi a letto per il meritato riposo. "Mangiare, dormire e nuotare, è tutto quello che so fare", ha detto ieri Phelps all'emittente statunitense Nbc.

Forse nuota un po' più lentamente e mangia di meno ma io PREFERISCO Federica Pellegrini...è un mio difetto.

mercoledì 13 agosto 2008

Riposo "forzato"

Ieri si tornava a correre dopo il lunghissimo di 37 km di domenica, appena partito un leggero fastidio nella parte posteriore del ginocchio mi ha tormentato per tutta la durata dell'allenamento; forse tormentato è troppo ma di sicuro non era piacevole e, probabilmente se fossi stato d solo mi sarei fermato subito. Invece ho continuato per ben 15 giri del parco in compagnia di tanti amici del branco e alla fine ho azzardato anche un giro finale a tutta: complessivamente 24,6 km tranquilli solo per far fondo e stare in compagnia. Stamattina visto che il fastidio non sembra scomparso ho preferito non far nulla e preparare "il piano ferie" che cominciano tra poco meno di un'ora (anche se stanotte sono reperibile e la notte è lunga e gli incidenti non mancano). Da domani sono free fino all'8 settembre e quindi potrò dedicarmi a quelle due-tre cose che mi piacciono di più: correre, leggere, vedere qualche posto nuovo, godere del mare e dei sapori del Salento. Sicuramente non saranno ferie di riposo (guai se lo fossero nel mio caso, mi annoierei); ci sono in programma una Maratona in Irlanda, a Longford, una Skyrace a Forni di Sopra in Carnia e se riesco una o due garette brevi nel Salento. Negli scorsi anni vi veniva sempre molto difficile correre nel periodo di ferie, un po' per il caldo, un po' per l'eccessivo relax; questi impegni seri che quest'anno mi terranno in tensione forse saranno positivi.

martedì 12 agosto 2008

Resoconto settimana 4-10 Agosto

Bella e proficua questa prima settimana di agosto per i miei allenamenti come penso non fosse mai stato nel medesimo eriodo degli anni scorsi. Di qualità non si riesce a parlare ma quantità, buone sensazioni nei finali offrono buoni spunti e buone prospettive per l'autunno. Non sarà semplice ma qualche maratona sotto le 3 ore spero di guadagnarmela.
  • Lunedì 4 agosto 10 km in progressione leggera
  • Martedì 5 agosto 8,2 km lenti
  • Mercoledì 6 agosto 18 km in progressione con finale fortissimo terminando a 3'37'' al km
  • Giovedì 7 agosto doppio allenamento: 14,7 la mattina e 7,6 il pomeriggio in tranquillità
  • Venerdì 8 agosto 21,3 km in compagnia con un bel finale in progressione
  • Sabato riposo
  • Domenica 37 km di lunghissimo in compagnia con gli ultimi 8 km in decisa progressione 4'15''-4'11''-4'09''-3'56'' e sensazione che senza l'accellerata finale avrei ancora potuto andare intorno ai 4'.

Complessivamente 116,7 che non facevo da tempo.

domenica 10 agosto 2008

Maratona di Montebruno 2004

Domenica 4 Luglio 2004.

Qualcuno potrebbe pensare che correre una maratona il 4 di luglio alle 9,30 di mattina sia una follia, invece non è così: basta saper trovare il posto giusto, la compagnia giusta e la formula azzeccata. Questo è ciò che ha tentato di fare l’amico Michele Vallerini ideando in Val Trebbia, a Montebruno a circa 700 m sul livello del mare una maratona in circuito su un anello di 1000 m da ripetersi le canoniche 42 volte, invitando tanti amici a partecipare ed in particolare i componenti del Club dei supermaratoneti, coloro i quali nell’arco dell’anno si cimentano in un numero elevato di maratone.Raggiungere il luogo della partenza, per chi viene da nord rappresenta già una buona impresa, attraversando tutta la Val Trebbia, ma i panorami che se ne godono valgono le difficoltà. La strada si arrampica in un continuo curva e controcurva che con la presenza numerosa di spericolati centauri in moto mi ha fatto prendere più di uno spavento durante il viaggio di avvicinamento: ci sarebbe proprio da citare l’Ottone nazionale (Piero Ottone l’opinionista che scrive e sfarfalla su Repubblica) che si chiedeva dove corriamo noi podisti.. e questi scalmanati in motocicletta dove vanno rischiando la vita ad ogni curva? Ma siamo rispettosi: anche la loro è una passione solo che in questo caso spesso rischiamo anche noi che capitiamo sul loro tragitto (si veda il caso dell’amico Algeri che ancora si deve rimettere dall’incidente subito durante il Passatore, travolto da un motociclista).Raggiunto Montebruno fra i primi, ne apprezzo lo straordinario valore paesaggistico e anche architettonico: splendido il ponte in pietra sul fiume Trebbia voluto dai Doria per collegare il paese al santuario, adibito a convento degli Agostiniani, entrambe opere del XV secolo. Di là dal fiume il piccolo paese costituito da case antiche, attraversate da piccole stradine strette e tagliato in due dalla Statale 45 che collega Piacenza a Genova.La comitiva diventa sempre più numerosa per il sopraggiungere di nuovi amici, è questa l’occasione per conoscere di persona anche podisti con i quali ho avuto contatti solo via internet: Pietro Gala, Marco Pesce e Michele Vallerini, l’organizzatore della manifestazione. In serata ci trasferiamo in circa 20 presso una trattoria a far scorta di carboidrati e intrattenerci spassosamente: il “popolo delle lunghe” (nome mi dicono coniato da Paolo Gilardi), quando c’è da correre corre, ma quando c’è da mangiare e scherzare non si tira indietro. Un argomento privilegiato è il “stasera si tromba” ripetuto più e più volte dallo spiritoso brindisino d’origine Lorenzo Gemma, argomento ancora più stimolato dalla presenza nel locale di un trombone e nel pacco gara di tre profilattici offerti dall’organizzazione.Per la sistemazione logistica nella notte approfitto della disponibilità di Marco Pesce che ringrazio per l’ennesima volta; con lui trascorro un’oretta nel paese di Fontanigorda, arroccato sulla montagna, luogo di villeggiatura di molti genovesi. Con lui si discorre di figli, del comune lavoro in ospedale e di corsa naturalmente: noto nel suo volto la delusione di non poter essere dei nostri nella gara perché impegnato a tenere a bada il figliolo.Il percorso di gara, come detto, si snoda per mille metri, attraversando subito il fiume Trebbia sul ponte il cui pavimento è molto sconnesso, e farà sentire le conseguenze nei prossimi giorni sulle nostre caviglie, si transita per un viottolo molto stretto nel cuore di Montebruno per poi affrontare una salitella di circa trenta metri di non eccessiva pendenza (in gara dovendolo affrontare 42 volte, tutti abbiamo notato il lievitare progressivo della pendenza tanto che al termine sembrava un passo dolomitico), un tratto lungo la statale lungo il quale erano sistemati degli spruzzatori di acqua utili a rinfrescare al passaggio, svolta a destra e passaggio di nuovo sul Trebbia per un ponte moderno, prima di avviarsi verso il termine del giro dove erano posizionati lo spugnaggio e il ristoro curati con grande passione e precisione da un gruppo di ragazzini ai quali va sicuramente il nostro ringraziamento perché sono stati veramente preziosi.La mia gara si è sviluppata in maniera strana e particolare, insolita per una maratona, ma è stato frutto di una scelta studiata, sono partito molto forte per due motivi: primo per cercare di togliermi di dosso i ritmi lenti al quale mi ero abituato nella lunga preparazione per la 100 km del Passatore e secondo per cercare di allungare sugli immediati inseguitori cercando di doppiarli. La scelta si è rivelata azzeccata infatti procedendo ad un ritmo intorno ai 4’ al km ho distanziato tutti gli inseguitori stimolato anche dagli incitamenti del pubblico presente sia nei pressi dell’arrivo che dall’altro lato del paese. Dopo circa 15 km già intravedevo gli amici Vedilei, Motta e Tarascio, che lottavano per gli altri posti del podio, davanti a me; continuando sempre su un buon ritmo ho concretizzato la mia idea riuscendo a completare il doppiaggio anche del secondo in classifica, il genovese Tarascio, prima di raggiungere il ventesimo km.Sono passato alla mezza maratona in 1h24’ in perfetta media di 4’ al km come mi ero ripromesso, affiancatomi a Tarascio ho proseguito con lui ancora sino al trentesimo km a buon ritmo poi non avendo ormai grosse preoccupazioni ho tirato i remi in barca e sempre con il secondo alle calcagna ho rallentato concludendo da vincitore a mani alzate, con il tempo di 2h54’36", la mia 92^ maratona, dodicesima di quest’anno conquistando la mia seconda vittoria in carriera come ha detto l’ottimo speaker Fabio Rossi.Alle mie spalle sono giunti lo stesso Tarascio, e poco distanti il terzo, Vedilei che ha affrontato l’ultima parte di gara in compagnia della vincitrice fra le donne, la bergamasca Paola Sanna che non ha avuto alcun problema ad aggiudicarsi la gara chiudendo in 3h01’. Alle sue spalle sono arrivate nell'ordine Maria Luisa Costetti e ben distanziata la pugliese Angela Gargano.All’arrivo, ancora in debito di ossigeno, vengo avvicinato da una signora con il microfono accompagnata da un operatore con telecamera, mi fanno delle domande alle quali rispondo come se fossi un atleta vero; apprenderò più tardi rientrando a casa, da una telefonata di un amico ligure che sul TG3 regionale era stato trasmesso un servizio sulla gara, con la mia intervista. E’ inutile negarlo ne sono contento anche se non si è trattato di una impresa memorabile vincere questa maratona ne vado comunque fiero.Si è svolta anche una gara sulla mezza maratona che ha visto fra le donne Cosetta Benatti giungere al secondo posto.Potrebbe sembrare una cronaca scarna, invece sono le sensazioni provate, i continui stimoli ricevuti ad ogni transito dall’arrivo a rendere affascinante questo tipo di gara, lo speaker Fabio Rossi sempre pronto a colorare la presentazione del passaggio dei podisti con note caratteristiche, gli incitamenti degli altri amici ogni volta che si supera o si viene superati (per me sono stati benzina ad alto numero di ottani, quelli continui e a voce squillante elargitimi da Angela Gargano anche e soprattutto dopo che le ho comunicato la nostra comune origine pugliese).Fantastica l’opera degli addetti al ristoro e allo spugnaggio, perché nonostante la calura non fosse proprio eccessiva, tenendo conto che siamo in luglio, con la loro presenza continua ci hanno dato modo di non avere preoccupazioni di sorta.Splendido e di grandissima qualità il servizio fotografico di Antonio Rossi, che si può vedere sul sito. Stavolta Antonio si è proprio superato non tralasciando i suoi proverbiali incitamenti a tutti.Dopo aver attraversato ben 84 volte il fiume sui due ponti, non poteva mancare un bagno nelle sue chiare e fresche (ma non eccessivamente) acque, prima di avviarmi a consumare il pasto preparato per noi da un gruppo di volontari.La partecipazione del pubblico è stata notevole, tenendo presente che si correva in una località di poche centinaia di abitanti, un grande ringraziamento va fatto alle forze dell’ordine che hanno saputo garantirci la chiusura parziale del traffico per tutta la durata della gara, consentendo che lungo la corsia che ci era stata riservata non ci fosse nessun intoppo.Le premiazioni si sono svolte con discreta solerzia non appena ha tagliato il traguardo la terza donna e a consegnare i premi era presente il neoeletto sindaco del paese.Unica nota negativa, la precarietà del servizio di giudici di gara e cronometristi che erano totalmente impreparati a fronteggiare una situazione di questo genere che sicuramente merita di essere gestita con un servizio di rilevazione con chip al quale il buon Vallerini sicuramente penserà se, come spero, l’anno prossimo avremo l’occasione di ritrovarci tutti assieme.

Maratona di Helsinki 2004

Sabato 21 Agosto 2004.

Nel calendario internazionale delle maratone il mese di agosto risulta essere il più avaro di appuntamenti per ovvi motivi legati alle condizioni meteorologiche nel nostro emisfero; tanto più il calendario italiano.Bisogna spostarsi nei paesi nordici per trovare condizioni climatiche accettabili che permettano sforzi di elevata intensità e durata che non mettano a repentaglio la salute dei maratoneti.Una buona opportunità è rappresentata dalla Maratona di Helsinki che offre l’occasione di unire la disputa di una gara con condizioni ottimali al dilettevole del conoscere un paese lontano dalle nostre latitudini.Quest’anno ho deciso quindi di interrompere la mia vacanza al caldo sole delle spiagge salentine, inserendo un intermezzo sulle rive del Mar Baltico; solo pochi giorni, ma sufficienti a rendere viva l’attesa dell’evento e a stimolare la fantasia.La differenza di clima si è dimostrata subito notevole sin dal nostro arrivo in Finlandia: le giornate trascorse ad Helsinki sono state un continuo alternarsi di temperatura variando dal vento, alla pioggia, gradevole sole verso metà giornata, per poi riassaporare il fresco verso sera.Come succede sempre nelle trasferte all’estero i giorni precedenti la gara sono dedicati alla visita della città e naturalmente non si risparmia sui km da percorrere, e volendo assaporare la cucina locale ci si lascia trascinare da pietanze e cibi poco consoni alla tradizionale dieta del maratoneta.Anche in questo caso è stato così: venerdì abbiamo girato, io e mia sorella che mi aveva accompagnato, visitando tutto il centro della città con palazzi sette-ottocenteschi ottimamente conservati; numerosi parchi urbani cittadini che rappresentano con le loro grandi superfici un fiore all’occhiello della capitale finlandese, tutti ben rasati e tenuti alla perfezione, e poi km e km di piste ciclabili.Entrando nel clima della gara, nonostante si tratti di una maratona che vede al via circa 7000 podisti, si avverte sin dall’arrivo nei pressi dello Stadio Olimpico che l’organizzazione seppur curata nei minimi dettagli non è di quelle roboanti: non ci sono grandi palloni e tabelloni pubblicitari, lo stesso stand di una nota marca di abbigliamento sportivo è della consistenza di quelli che si vedono nelle nostre medie maratone, all’interno dello Stadio Olimpico solo una decina di piccole aziende hanno allestito il loro piccolo stand, vi sono pochissimi volantini pubblicitari di altre maratone.Il ritiro pettorali, quindi ben suddiviso, per gruppi di numeri, diventa molto agevole e rapido tanto più che nella sezione dedicata ai podisti stranieri vi è una addetta che conosce abbastanza bene l’Italia che ci accoglie con molto calore.D’obbligo scattare diverse foto sugli spalti dello Stadio che fu la culla delle Olimpiadi del 1952, che vide le gesta del grandissimo Paavo Nurmi e che l’anno prossimo ospiterà i mondiali di Atletica leggera. Proprio questo appuntamento, purtroppo, ci impedisce di terminare la nostra fatica della maratona all’interno dello Stadio, com'era nelle precedenti edizioni, a causa dei lavori in corso per la sistemazione della pista di atletica.Nello spiazzale antistante lo Stadio è localizzata la statua dedicata a Paavo Nurmi, proprio in questo punto prenderà il via la maratona: anche in questo caso diventa d’obbligo una foto a braccetto dell’eroe nordico della corsa di lunga distanza.L’appuntamento per la partenza è fissato per le ore 15 di sabato 21 agosto. Ci si ritrova tutti sugli spalti dove è possibile prepararsi indossando l’abbigliamento consono alla gara e dove è posto il deposito bagagli, rigorosamente incustodito, nel senso che ognuno deposita la sua sacca dove vuole e poi nello stesso punto la ritroverà al termine.Per fortuna le condizioni atmosferiche pessime della prima mattinata, e che non lasciavano presagire nulla di buono per il pomeriggio, sono mutate lasciandoci anche qualche spiraglio di sole fra le incombenti nuvole grigie.Si cerca di allungare lo sguardo nella speranza di incontrare qualche amico che so essere presente alla gara, lancio anche qualche urlo, cercando di richiamarne l’attenzione e in questo modo faccio conoscenza con un podista brindisino (Diana) che è accompagnato dalla moglie, del romagnolo Luciano Bigi con il quale quest’anno mi sono incrociato più volte sulle strade d’Italia, di Max Cortella con il quale ho fatto colazione in mattinata non riesco a scorgere la sagoma, dopo un po’ appare un papero giallo di peluche retto da una bella donna riminese e questo è il segno di riconoscimento della presenza del gruppo di Luisanna, Alfredo Sboro e di tutti gli altri romagnoli che hanno trascorso già alcuni giorni visitando una parte della Russia.Altre foto all’interno dello stadio, un in bocca al lupo e tranquillamente ci si avvia alla partenza dove aleggia una calma che non è solo apparente ma reale, non sono allestite gabbie per separare i podisti in ordine di numero, solo alcune scritte con indicati i tempi previsti: ad ognuno è lasciato il buonsenso di collocarsi nella posizione più adatta alle proprie potenzialità. E funziona! Nessun accapigliarsi, tutti tranquilli attendiamo lo starter che scandisce nomi e tabelle dei favoriti in finlandese e in inglese, trattando con un occhio di favore gli italiani che evidentemente sono uno dei gruppi più numerosi.Posizionati sulla linea di partenza, mi trovo in prima fila, accanto ai big fra i quali spicca il grande Giorgio Calcaterra che indossa il pettorale numero 1 quale vincitore della scorsa edizione, lo chiamo e ci salutiamo augurandoci a vicenda in bocca al lupo.Sin dai primi km si imboccano lunghi viali, si viaggia sfruttando la tranquillità di ampi marciapiedi e piste ciclabili, ma vi sono pochissimi tratti veramente pianeggianti, continuamente si alternano salite e discese che non hanno pendenze enormi ma comunque impegnative.Subito raggiungo Max Cortella e con lui, dandoci il cambio o correndo affiancati facciamo una decina di km ad un ritmo sotto i 4’ al km; tanti ci sfilano, sfruttano al massimo la freschezza dell’inizio ma io so che qui più che altrove bisogna conservare energie per il finale.Inizio la mia rincorsa all’inseguimento di un gruppetto numeroso dove vi sono le prime tre donne scortate da un ciclista con bandierina rossa, ne raggiungo due e con una di loro percorro 3-4 km permettendole di staccare la terza.Riesco a mantenere costante il ritmo nonostante i continui saliscendi, approfitto di tutti i ristori, numerosissimi, oltre i previsti per regolamento, ben forniti e organizzati.Attraversiamo tanti ponti approdando su piccole isolette, continuamente circondati dal verde e da un pubblico numeroso e soprattutto molto caloroso che non lesina incitamenti e applausi. Spesso ci si incrocia con gli altri podisti che sono più indietro, occasione per dare un’occhiata alla ricerca del volto conosciuto, della casacca italiana, della voce familiare per dare e ricevere incitamenti e forza.Transito alla mezza in 1:23’18" e continuo il mio inseguimento alla prima donna, una keniana, che raggiungo e supero di slancio dopo i trenta.Gli ultimi km sono molto impegnativi, le salite diventano più ripide, diversi pagano molto cara l'eccessiva esuberanza iniziale; al 40° ci si inerpica lungo un pendio che sfianca anche i più tenaci, ma le ultime energie si devono spendere nell’ultimo km anche questo molto impegnativo.Al 41° incrocio Giorgio Calcaterra che dopo aver concluso la sua fatica, ritorna indietro per accompagnare la sua donna anche lei presente alla gara.L’ultimo tratto di gara si svolge attorno allo Stadio e il rettilineo finale porta sotto lo striscione d’arrivo posto nell’antistadio: lo speaker annuncia il mio nome al numeroso pubblico presente. La mia gara si chiude in 2:52’19" al 35° posto assoluto, terzo degli italiani; sono molto soddisfatto perché il percorso era veramente impegnativo e il vento spesso ci ha disturbato anche se temperatura ed umidità erano ideali per correre.Individuo il papero giallo di Luisanna che attende con mia sorella l’arrivo di tutti noi, dopo aver ritirato la splendida medaglia che mi viene consegnata come meritato premio per la mia fatica, mi avvio verso le docce che distanti oltre 500 m rappresentano una ulteriore meta da raggiungere anche in questo caso bisogna superare un bella asperità altimetrica.Si può usufruire anche della sauna nello stadio del nuoto, ma dopo aver aperto la porta e vista la presenza di 5 uomini nudi, accucciati all’interno di essa, realizzo che è meglio avviarsi verso la zona-arrivo per riidratarmi, recuperare le energie spese e godermi l’arrivo di tanti amici che ancora devono concludere la loro fatica.Accogliamo con tanti incitamenti Alfredo al suo arrivo, e poi, in attesa che anche lui si rimetta in sesto ci godiamo il clima festoso.Al rientro in albergo una meritata foto con tanto di medaglia con l’amico leccese Oronzo Candido conosciuto in aereo che ha esordito in maratona con un buon 3:44’ e che ha ampio margine di miglioramento.La gara è stata dominata da tre russi che si sono spartiti le posizioni del podio, al 4° e 5° posto i nostri Mostafa Errebbah e Giorgio Calcaterra. Dei 5700 arrivati ben 63 sono italiani e molti altri si sono ritirati avendo concepito questo viaggio più dal punto di vista turistico che podistico, la maratona non si improvvisa, ma è una buona occasione per conoscere il mondo e l’umanità.Fra gli aspetti che mi hanno colpito di questa trasferta senza dubbio le distese di verde nel centro della capitale, le tante piste ciclabili, la birra che scorre a fiumi nei locali e nelle strade della fresca estate finnica e il sorriso, la voglia di vivere e di conoscere di una podista cinese che appena ci ha riconosciuto essere italiani ha preso a parlare cercando di invitarci per un viaggio in Cina per conoscere un altro universo.La mia 14^ maratona stagionale è conclusa, ora si va verso i numerosi impegni autunnali all’inseguimento della centesima candelina (ora sono a 94) che è il prossimo grande obiettivo.

Maratona di Carpi 2004

Domenica 17 Ottobre 2004 Ho partecipato oggi per la ottava volta alla maratona di Carpi, ora denominata Maratona d’Italia memorial Enzo Ferrari. E’ questa una delle gare alle quali sono più affezionato, infatti dopo la Vigaranomarathon alla quale ho presenziato 9 volte è quella con il maggior numero di presenze, e tutte le volte con tanti ricordi da conservare nel mio bagaglio, a volte brutti (più volte ho raccolto magri risultati spossato dalle condizioni atmosferiche disagevoli), a volte belli, comunque sempre vissuti nella splendida cornice dell’arrivo situato in Piazza Martiri. La partenza da Maranello impone a tutti una sveglia di buon’ora per poter essere puntuali all’appuntamento con gli autobus navetta che portano da Carpi al punto di partenza dalle 6.30 alle 7.30. Partendo da Udine, la mia sveglia si può dire che sia stata proprio notturna: alle 04.00, e per alcuni momenti confesso che ho avuto la tentazione di rinunciare, troppo insistente la pioggia che batteva sul finestrone del mio tetto mansardato; la prospettiva di un bagno prolungato e la consapevolezza di non essere in buona forma causa il leggero risentimento muscolare dalla maratonina di Udine, mi ha fatto vacillare. Ma non potevo rinunciare, un po’ per orgoglio personale, un po’ per non perdere l’appuntamento fissato per il 7 novembre con le mie prime 100 maratone da festeggiare in quel di Calderara. Durante il viaggio in autobus ho sentito racconti di debuttanti sulla maratona, chi convinto dei propri mezzi, chi consapevole di andare incontro a qualcosa di sconosciuto per la quale ci si è preparati ma verso la quale è necessario comunque portare rispetto Ho sentito anche lo stupore di diversi skaters anche loro impegnati sullo stesso percorso, avere grande ammirazione nei nostri confronti consapevoli che la loro fatica in confronto alla nostra è notevolmente minore, anche se giudicando a posteriori non deve essere stato piacevole anche per loro il passaggio nei tratti di ciottoli che abbiamo incontrato a Modena e in altri posti. Nell’attesa della partenza, ho incontrato Carlone Montagnani venuto apposta per un saluto prima della partenza, e che poi ci ha aspettato all’arrivo in compagnia della moglie e della piccola Alice. Fra gli amici i sempre presenti Luca e Cosetta, Max, il direttore Fabio Marri ancora intento a recuperare pareri sulla Maratona di Prato, gli amici DRS Roberta Elia e Jokess, Valentina Gualandi pronta e molto concentrata sulla gara nella quale inseguiva il PB anche se “tradita” all’ultimo momento dalla sua lepre personale. Pochi minuti prima del via ho avuto l’occasione di fare una foto con un “pirata” dei vecchi tempi: quel diavolo di un Panetta che tante soddisfazioni e diversi allori ha dato all’Italia dell’atletica qualche anno fa. Il percorso si snoda per i primi km nell’abitato di Maranello, poi infila un lunghissimo rettilineo i leggera discesa che porta a Formigine: bisogna saper dosare le forze, tirare il freno per evitare di andare fuori giri anche se è molto difficile trattenersi quando si è freschi e la discesa tenta. Ho cercato di impostare il ritmo sui 4’ al km accompagnato per un lungo tratto dall’amico vicentino Martino Massignani che altre volte avevo incontrato in giro per l’Italia; ho avuto modo di conoscere anche un parmense, anzi per la verità è stato lui a riconoscermi come frequentatore del sito: il suo nome è Alessandro Landi. Abbiamo formato un bel gruppetto che è rimasto compatto fin quasi alla mezza maratona, dove siamo transitati in 1:22’52’’. Purtroppo già dal 19° km ho avuto un vistoso cedimento che non ha fatto altro che concretizzare le sensazioni poco piacevoli che provavo sin dalla partenza: mi sembrava di zoppicare o comunque di trascinare la gamba destra, timoroso di sforzare troppo e di avere un ulteriore peggioramento della mia contrattura. Progressivamente ho perduto terreno, e anche il transito nel centro di Modena non è stato piacevole come negli altri anni, a questo si aggiunga che il pubblico si è dimostrato lungo tutto il percorso più freddo degli altri anni, oltre che meno numeroso. Nella mia testa hanno cominciato a fluire numeri, medie, possibili tempi finali qualora avessi tenuto questa o quella media; il cedimento fisico ha avuto ripercussioni anche a livello mentale facendomi abbattere e rovinando anche il semplice piacere di correre che comunque sempre mi accompagna al di là della fatica. Mi sembrava di non riuscire a correre, di stare fermo, eppure il cronometro comunque segnava tempi accettabili, 4’15’’-4’20’’, solo verso il finale sono sceso a 4’33’’, il risultato minimo di giungere sotto le 3 ore non correva rischi. Nel finale, ormai giunto nel comune di Carpi, ho tentato di fare un tentativo di riprendere una buona lena e sono riuscito a percorrere gli ultimi 2195 metri in meno di 9 minuti, dandomi tanta fiducia per la maratona che affronterò domenica prossima a Venezia. Il tempo finale è stato di 2:53’05’’. Dopo l’arrivo, quando ero nelle docce, ho appreso che Valentina Gualandi aveva realizzato un ottimo tempo (3.12’), anche meglio di come aveva pronosticato ed era veramente raggiante, peccato non aver potuto parlare con lei per sentire le sensazioni provate e godere della sua gioia. Anche gli altri amici hanno realizzato buone prestazioni facilitati dalle condizioni atmosferiche ideali, temperatura fresca e assenza di umidità: Cosetta è scesa abbondantemente sotto le 4 ore, Luca fermo sui suoi standard, il direttore ha recuperato in pieno dopo la batosta pratese, Max seppur affaticato e provato da una partenza avventata ha comunque realizzato un tempo che fa ben sperare che a breve possa portarlo verso il PB, Roberta Elia e Jokess hanno fatto un buon test in vista della partecipazione alla maratona della Grande Mela. Avendo deciso di giungere a Carpi solo stamattina, mi sono perso gli eventi che hanno allietato il sabato pomeriggio con lo svolgimento della gran fondo d’Italia e altri eventi collaterali. Tutta l’organizzazione nei vari aspetti mi è parsa all’altezza della situazione, anche se - ribadisco - quest’anno mi è sembrato ci sia stata minor partecipazione del pubblico sia in termini quantitativi che qualitativi. Naturalmente fa eccezione il gruppo che ogni anno riesce a raccogliere intorno a sé Ermes Luppi alias Luposport nelle vicinanze del suo negozio, il “Lupo” assolutamente non si risparmia per dare il suo incitamento a gran voce a tutti podisti (e poi parte anche lui per correre gli ultimi 26 km e soccorrere i colleghi al suo stand ancora in piazza Martiri).

Per chi non se lo ricorda "lui" è Francesco Panetta.

Maratona di Calderara 2004

Domenica 7 Novembre 2004.

Oggi ho concluso la mia 100^ maratona; oggi un amico Roberto Gherardi non è riuscito a concludere la sua 174^ maratona. E’ tragico ma è accaduto.La mia quaterna di maratone consecutive si conclude con la gara di Calderara (che segue, Carpi, Venezia e Verona) e con questa riesco ad entrare fra coloro che possono dire di aver portato a termine 100 maratone. La scelta di "celebrare" questo non-evento era caduta da tempo sulla gara organizzata dall’amico Gozzi perché questa maratona offre quella cornice di calore e sapiente organizzazione che poche altre maratone in Italia sanno offrire. Il percorso di gara non è dei più spettacolari, si tratta di due giri quasi identici, su strade comunali, pochi transiti in piccoli paesi, il traffico delle poche auto, seppur con tanta buona volontà degli addetti è al limite della sicurezza, il panorama … meglio lasciar perdere. Però ci sono poi tutti lati positivi: pomeriggio del sabato da trascorrere in compagnia, con la possibilità di partecipazione alla gara di Retrorunning sul miglio, pasta party sabato sera, con intrattenimento e sorteggi di premi; la domenica dopo la conclusione della manifestazione che prevede lo svolgimento della maratona, della mezza e anche di distanze intermedie non competitive, pranzo per tutti, gratuito per i maratoneti, a prezzo agevolato per gli altri. Il clima è sempre festoso, gli amici che partecipano a questa gara sono i più affezionati alla maratona, non a caso erano presenti praticamente quasi tutti gli ultramaratoneti e i componenti del club dei supermaratoneti. I servizi tutti ottimi: palazzetto dello sport a disposizione nel pre e post gara, spogliatoi ampi e puliti, docce calde, ristori e spugnaggi buoni lungo il percorso, misurazione ottima (molto meglio di maratone più blasonate, leggi Venezia), servizio cronometraggio curato dalla Winning time in grado di fornire i tempi finali abbastanza rapidamente anche se le classifiche dopo essere state appese sono sparite magicamente. Grande entusiasmo trasmesso dallo speaker Fabio Rossi capace di rendere vivace la manifestazione iniziando il suo lavoro abbondantemente prima della partenza e continuando ad incitare e tenere viva la gara sino all’arrivo degli ultimi La mia gara. Oggi avevo intenzione di correre una gara tranquilla nella prima parte e poi "sfogarmi" nella seconda dando fondo a tutte le energie per cercare di tirar fuori un risultato che mettesse un bel sigillo a questa splendida giornata. La prima parte di gara l’ho condotta in gruppo al ritmo di 4’ al km facendo compagnia a Sonia Lopes una podista Capoverdiana che avevo conosciuto esattamente un anno fa in questa stessa gara, che aveva la voglia di fare una bella prova, ma poi ha dovuto cedere per problemi muscolari terminando quinta; nel nostro gruppo erano presenti anche diversi amici con i quali abbiamo a lungo scherzato sfottendoci a vicenda e transitando quasi senza accorgersene al 15° km in poco più di un’ora. A questo punto visto che gli amici rallentavano il ritmo ho proseguito sul mio passo staccandoli e iniziando una risalita di posizioni, raggiungendo uno dopo l’altro diversi amici alcuni dei quali impegnati sulla mezza. Al 18° km al bivio delle due gare siamo rimasti in pochi e tutti ben isolati, nei lunghi rettilinei si vedevano atleti solitari sperduti nella campagna bolognese. Il passaggio alla mezza è stato in 1:25’10’’ (media 4’02’’ al km), da questo punto è inziata la mia vera gara, ho incrementato il ritmo rimanendo costantemente sotto i 4’ al km, ogni podista che riuscivo a raggiungere diventava trampolino di lancio verso il successivo, questo tipo di gara è molto stimolante, richiede buone doti di distribuzione dello sforzo ma se riesce moltiplica le forze, e rende tutto più bello. Al 26° km ho ripreso Max Cortella partito molto forte e il primo di tanti amici dei Runners Bergamo presenti alla gara odierna. Il mio ritmo era ormai lanciato, ho pensato che una condotta di questo genere potesse comportare anche qualche rischio di crollo nel finale ma la mia carica oggi era tanta che la incoscienza mi ha portato ad aumentare sempre di più arrivando a correre dopo il 32° km a 3’ 50’’; le gambe andavano al di là di quello che la testa potesse immaginare, lì dinanzi a me c’era un obiettivo da raggiungere, vi era anche la consapevolezza che avrei trovato ad aspettarmi tanti amici che erano presenti per festeggiare la mia 100^. Gli ultimi quattro km sono stati esaltanti; ho superato l’amico friulano Battocchio anche lui autore di una ottima prestazione che mi ha apostrofato in una maniera simpatica "ecco la bestia" (oggi ero veramente un leone e non ce n’era per nessuno), il penultimo podista che ho superato Paoletti Nerino sentendomi sopraggiungere a velocità molto più elevata della sua si è voltato indietro "somministrandomi" un applauso da brivido, che mi ha fornito ulteriori forze per concludere la gara. Sul rettilineo di arrivo, come previsto tutti gli amici, eccetto quelli che erano ancora in gara, mi aspettavano con due striscioni, lo speaker Fabio Rossi non ha risparmiato energie nel gridare il mio nome, suo papà Antonio ha dato il meglio di sé fotografandomi e in contemporanea facendo esplodere il suo sostegno morale, a tendere lo striscione che ho trascinato arrivando a tutta velocità vi erano le "veline di lusso" Luisanna e Francesca, di là dell’arrivo Luca, Lorenzo, Davide, Peppe, Alfredo, Cosetta fisicamente presenti tanti altri lo erano sicuramente con lo spirito e me lo hanno dimostrato dopo tramite SMS, telefonate e mail. Il tempo finale è stato di 2:46’51’’ con una seconda frazione molto più veloce della prima 1:21’41’’ (media 3’52’’ al km)concludendo al 14° posto assoluto. Ho concluso in uno stato quasi di trans, tanto andavo forte nel finale, di quel rettilineo ricordo poco, sicuramente di questa giornata rimarrà un ricordo bellissimo, lo spirito di gruppo che si è creato fra noi di Podisti.net è splendido, spero che continui sempre così che ci siano altri "eventi" da celebrare. Dopo il termine della gara tante foto, tanti saluti, ringraziamenti, e per terminare, dopo che gli altri amici (Max, Paolo, Luca, Francesco spero di non aver dimenticano nessuno) hanno chiuso la loro gara, un bellissimo pranzo a base di pasta e carne e buon vino in allegria e per finire la consegna di una targa di cui mi hanno fatto omaggio tutti gli amici del sito. Io per carattere non esterno le sensazioni, rimango sempre abbastanza freddo, anche oggi penso che all’esterno non si sia visto molto, ma mi sono veramente commosso. Grazie, grazie, grazie a tutti a coloro che erano presenti e anche a tutti coloro che avrebbero voluto esserlo ma non hanno potuto.Grazie infine a Gozzi che riesce a offrirci ogni anno, anzi due volte l’anno (si corre anche il 31/12 una maratona a Calderara, in circuito) la possibilità di vivere una bella giornata di sport in compagnia.

Maratona del Brembo 2004

Martedì, 6 gennaio 2004 ore 4.00: Driiiinnnn!!!Mia moglie si sveglia di soprassalto e chiede che cosa sia successo consapevole che la giornata di riposo, ultima di questo periodo natalizio, non possa essere disturbata da nessuno.Le rispondo: “E’ la Befana, ha detto che dopo essere passata dal nostro camino per lasciare il regalino e un po’ di carbone a Giulia (la nostra piccola) ha avuto un contrattempo e aspetta di essere aiutata nel continuare il suo giro nei pressi di Bergamo”. Mi risponde: “Ma ti sei bevuto il cervello” e si rimette a dormire.Rapida colazione, anche se la cena era stata a ora tarda e piuttosto pesante (ne pagherò poi le conseguenze!!!), e alle 5 sono pronto per mettermi in macchina alla volta di Roncola di Treviolo dove gli amici del Runners Bergamo in collaborazione con gli Alpini ed altri organizzano la prima maratona del 2004 in circuito, all’interno di un parco posto accanto al fiume Brembo.Alla partenza il primo termometro che incontro segna – 6° C, la giornata promette bene mi dico, eppure all’interno dell’auto l’ambiente è confortevole e con la sola compagnia della musica, vivace per tenermi sveglio, affronto questa lunga trasferta.Penso che sarà la prima esperienza di una maratona in circuito, 20 giri tutti eguali, ma con la possibilità di superare ed essere superati da tanti amici, di poterli salutare, di incoraggiarli e essere spinti nei momenti di crisi, di poter lanciare qualche “sfottò” a quelli con i quali si ha più confidenza, di poter prendere i rifornimenti ogni 2 km.Per me, abituato ad allenarmi in un Parco, quindi esperto nella ripetitività del giro, non dovrebbe essere una grossa fatica mentale, e mi viene da pensare che mi piacerebbe poter fra qualche tempo organizzare una gara al Parco del Cormor di Udine che si sviluppasse sulla distanza della Maratona o della Mezza maratona anche se in Friuli non è tanto numerosa la presenza di podisti disposti ad affrontare le lunghe distanze.La prima cosa che si nota arrivando in questa piccola località è la cura con la quale è stata preparata l’accoglienza: volontari che già a 2 km prima dalla meta sono dislocati ad ogni incrocio e in maniera calorosa ti accolgono con un saluto ed è impossibile sbagliare strada.Questa gara, a numero chiuso di 100 atleti per la maratona e 100 per la mezza, vede la presenza di moltissimi amatori delle lunghe e lunghissime distanze, quindi mi offre l’occasione di incontrare tanti amici ormai “vecchi” (Cosetta Benatti e Luca, il Comparelli da Milano, Ronchi il marciatore, Daniele Cesconetto e i suoi amici della nuova società di Mareno, Rossi padre sempre simpatico e volenteroso di presentarmi altri nuovi amici, Rossi figlio che ha già cominciato il suo compito di speaker e snocciola dati sulla manifestazione e sui concorrenti), e alcuni nuovi tra i quali il DRS Michele Vallerini. Massiccia la presenza della squadra che ha partecipato ai recenti mondiali della 100 km: Baldis, Caravaggio, Vedilei, fra le donne la Sanna. Fra questi nomi certamente uscirà il vincitore di questa gara.Sorpresa!!! C’è anche la Befana, sotto le mentite spoglie di una spumeggiante e sempre spiritosa Renata Cecchetto, per lei gara da affrontare in abbigliamento e trucco da vecchia nonnina con annessa scopa che in questo caso non le servirà per volare ma solo come oggetto da portare come testimone a fine gara.La gara.Sin dalla partenza si forma un gruppetto composto da me, Cesconetto, Vedilei e Conti ed insieme affrontiamo i primi giri di buona lena, sono cosciente che però alle nostre spalle due avvoltoi ci aspettano e prima o poi si avventeranno su di noi lasciando il loro segno.Intorno a metà gara Baldis si sveglia e ci beve in un sorso, troppo forte il suo ritmo, impossibile da poter resistere ed infatti l’unico a tentare di reggerlo è Conti che soccomberà dopo pochi km finendo in grossa crisi.Io procedo con Daniele Cesconetto finalmente ritornato in splendida forma dopo un’annata così e così, e questo mi fa grande piacere per lui, visto che è un bravissimo ragazzo e con delle grosse potenzialità, vero esempio di amante della corsa prolungata. Insieme superiamo il 26° km dopo il quale sono costretto ad “una sosta ai box per cambio gomme e rifornimento” che mi fa perdere 50" che mi saranno fatali. I giri si sommano, la fatica cresce, e Caravaggio non mi raggiunge, cosa succede? Ad ogni passaggio il buon Fabio Rossi cita il nome del concorrente colorando la descrizione con dati podistici e non che rendono vivace l’attesa dei numerosi spettatori presenti nei pressi del traguardo.A due giri dal termine sento dallo speaker che a circa un minuto di distacco, alle mie spalle transita Caravaggio, e comprendo che tutto stia per ritornare nella normalità, sono in leggera crisi e metro dopo metro sento una voce seguita da una lunga eco Caravaggio-ravaggio-vaggio-gioooooooo.Al suono della fatidica campanella dell’ultimo giro il mio vantaggio si è ridotto a poco più di 100 m, in altre gare e soprattutto con un avversario diverso sarei riuscito a resistere, ma in questo caso mi vedo superare a 700 m dall’arrivo da un missile terra terra che procede con un passo da mezzofondista rispetto al mio, vivace ma pesante.Chiudo la gara in 2h43’06" al 4° posto assoluto, con un risultato cronometrico molto migliore di quello che mi aspettavo (l’obiettivo era di correre sotto le 2h48’) e con la sensazione che questo tipo di gara in circuito sia quasi più gradevole di tante altre dove ci si trova in solitudine per tratti lunghissimi.Il post gara è allietato dalla presenza di tanti amici con i quali discutiamo dei prossimi appuntamenti, delle prossime occasioni di incontro.Sull’aspetto organizzativo della gara non spendo parole: tutto perfetto!Arrivederci alla prossima Befana.

venerdì 8 agosto 2008

Olimpiadi

Cominciano oggi con la cerimonia di inaugurazione le Olimpiadi di Pechino, e questa è cosa nota a tutti. Le mascotte in questa edizioni sono ben 5 come 5 sono i cerchi olimpici, ad ognuna di queste mascotte sono state assegnate delle particolari "inclinazioni", quella che dovrebbe essere la più vicina alla nostra passione è Yingying che simboleggia lo sport della corsa a piedi e sarebbe un'antilope tibetana (animale protetto in Cina, chissà perchè poi l'antilope si e i tibetani no).

La descrizione completa delle caratteristiche la trovate scritta in lingua originale.

Dato il fuso orario temo che mi/ci perderemo diversi appuntamenti ma sicuramente non mancheranno riassunti. Cosa mi aspetto dall'atletica: stavolta non tantissimo, tempo che le prestazioni saranno influenzate dal clima non certo favorevole; per quanto riguarda gli italiani nell'atletica qualcosa di buono nel salto in alto femminile, e speriamo qualche sorpresa, abbiamo poche cartucce.

Nella maratona? Per i religiosi i miracoli possono accadere, io non lo sono e quindi mi attendo una gara molto tattica, un tempo alto e un vincitore a sorpresa. Baldini? Ipotizzo una ultima gara dignitosa ma non mi attendo molto di più. Pessimista? Realista!

Per quanto mi riguarda se ci saranno buone prestazioni, belle giocate, non guardo il colore della maglia dell'atleta in queste occasioni; certo sentire l'inno di Mameli con la bandiera tricolore che sale sull'asta più alta mi dona ancora grande emozione ma allo stesso modo vedere un bel salto della Isimbayeva o una evoluzione di una ginnasta rumena mi gratificano.

Dal punto di vista più leggero ci sarà poi da determinare l'atleta più bella dell'Olimpiade e qui scatta la scommessa.

Si vada a cominciare...
Ecco una gallery di foto di atlete che sarà integrata di volta in volta che qualcuno ne proporrà.

Alessia Filippi - Nuoto - Italia

Allison Felix - Atletica - USA

Yelena Isimbayeva -Atletica - Russia

Appuntamenti dei prossimi weekend

Tempo di ferie, per molti occasione di riposo assoluto ma per altrettanti momento propizio per dilettarsi con gare di medio-breve distanza approfittando magari dell'occasione per vedere nuovi posti o per fermarsi "a sagra" a fine gara. Ecco un panorama certamente incompleto degli appuntamenti dei prossimi 2 weekend, chiunque fosse a conoscenza di altre gare in regione può farmi sapere.

... e qualche volantino:

martedì 5 agosto 2008

papavero giallo

Lungo la salita che mi portava verso il rifugio Carducci la mia attenzione è stata attirata dalla presenza di tanti fiori gialli, alcuni erano "solitari" ma ne ho visto anche un bel gruppo verso metà salita.

In quella natura selvaggia, dove l'unica presenza sostanziale è la pietra mi era sembrato straordinario che questo fiore di un colore così vivace tenesse duro alle difficoltà. Ho provato a chiedere a qualcuno del "codazzo" che scalava la montagna se avessero idea del nome, nessuno ha saputo rispondermi. Oggi chiedendo un po' in giro ho avuto la risposta alla mia domanda e naturalmente non posso esimermi di concedere al PAPAVERO GIALLO la copertina di questo mio post.

Tornando all'aspetto podistico ho raccolto qualche riflessione critica sul comportamento di alcuni podisti che avrebbero lasciato rifiuti sulla montagna. Per quanto mi riguarda io non ne ho visti molti se non nelle immediate vicinanze dei ristori e, seppure non sia buona educazione, in una manifestazione che coinvolge oltre mille partecipanti non lo considero un evento eccezionale.

Le "conseguenze" della gara di domenica sulle gambe sono abbastanza limitate, senz'altro non paragonabili alla Skyrace Carnia, in discesa non ho corso molto e sono appunto le discese che fanno i maggiori danni.

Lunedì ho fatto una decina di km anche in progressione, stamattina altri 8 tranquilli.

Domani pomeriggio spero di poter correre bene ed abbastanza a lungo approfittando della compagnia di qualche amico del branco.

A proposito di Branco: alla Camignada eravamo presenti io e Marco Piermarini; alla gara di Aquileia venerdì scorso Renato Tittaferrante (che si è fatto anche male), Michele Mucin, Giuseppe Maniaci, Pino Amato; presenze sparse nelle numerose staffette del fine settimana

lunedì 4 agosto 2008

Camignada 2008

Il gran cerimoniere, con il suo vestito lungo, batte il bastone 2 volte per terra per attirare l’attenzione dei presenti ed annuncia “Le Regine: Tre Cime di Lavaredo".Un silenzio collettivo in segno di rispetto e ammirazione coinvolge i presenti; un brivido di terrore mi percorre il corpo scendendo dalla testa sino alle punte dei piedi. Il racconto della mia seconda esperienza in una Skyrace inizia come una favola, una favola nella quale le protagoniste sono le Tre Cime di Lavaredo, tutte le cime delle Dolomiti circostanti le invitate d'onore e noi, piccoli esseri appassionati di podismo, comparse per la buona riuscita della festa.La festa alla quale mi riferisco è la 36^ edizione della "Camignada" nota anche come "Misurina-Auronzo" ovvero "Sei Rifugi". Mi era stata descritta anni fa come una esperienza molto bella, come una gara difficile, da duri, ma un appuntamento al quale un podista che ami la corsa nella natura non può mancare.D'altronde se oltre un migliaio di appassionati provenienti prevalentemente dal Triveneto, ogni anno si danno appuntamento la prima domenica di Agosto per questa sorta di pellegrinaggio dal Lago di Misurina fino ad Auronzo di Cadore toccando sei rifugi alpini (Auronzo, Lavaredo, Locatelli, Piani di Cengia, Comici e Carducci) un motivo ci deve essere. Sveglia puntata alle 4 per poter raggiungere il luogo di partenza degli autobus che ci accompagneranno a Misurina; mi sveglio ben prima, sono appena le due.Attendo un poco poi opto per una partenza anticipata, alle 3.15 sono già in viaggio; nella notte udinese ancora ci sono i residui dei bagordi del sabato (un paio di ubriachi che zigzagano per strada) comincia la vita di coloro che svolgono quei lavori nascosti alla luce del sole (si distribuiscono i giornali, si puliscono le strade)... ed io mi avvio per una strada sconosciuta all'appuntamento con la fatica, 30 km di salite e discese, 1319 m di dislivello positivo e 2213 di dislivello negativo.Arrivo ad Auronzo che la cittadina ancora dorme, cerco il ritrovo, l'arrivo ma nulla. Per fortuna poco dopo incontro due podisti che mi danno indicazioni. Le prime luci dell'alba mi svelano lo scenario della mia giornata ma si tratta solo dell'apoteosi del mio viaggio, del traguardo, tutto il bello sta nel mezzo in quei 30 km di difficoltà, di ghiaioni da scalare aggrappandosi alla roccia, da discendere correndo col freno a mano tirato, da percorrere costantemente con la testa bassa ad evitare le difficoltà del terreno.Arrivo con il primo autobus sul lago di Misurina, ho modo di incontrare tanti amici friulani presenti e di fare qualche incontro con podisti che non vedevo da anni, in molti di loro vedo disegnato in volto lo stupore del trovarmi in questo contesto di montagna per me inconsueto.

Si scattano alcune foto ricordo e poi lo starter ci libera alla ricerca della mattinata di gloria nella Natura.Lo scenario che ci accompagna dalla partenza sino all'arrivo è incantevole, la presenza dell'uomo è minimale, è la Natura ed in particolar modo sono le Dolomiti ad occupare lo spazio e il tempo. Raggiungere i sei rifugi alpini rappresenta una tappa intermedia, un intervallo necessario (se non altro per potersi dissetare e mangiare qualcosa) nel godimento dello spettacolo.Ci sono dei tratti nei quali la fiaba assume contorni da paura, o quantomeno da alto livello di attenzione; ci inerpichiamo lungo sentieri da esperti escursionisti, non nascondo che coscientemente ho abbassato il ritmo perchè temevo lo strapiombo che mi era al lato, ho affrontato alcune discese e salite inclinandomi di lato e poggiando la mano alla parete a monte.Lungo il percorso in diverse occasioni qualche amico mi ha riconosciuto come collaboratore di http://www.podisti.net/ oppure per il mio blog; ho approfittato della mia digitale per immortalare qualche istantanea della nostra avventura, in molti casi si tratta di foto già rintracciabili sul web, ma la testimonianza della presenza "qui e ora" un giorno mi ritorneranno utili quando sarò costretto a tirare le fila della mia esistenza.E proprio riguardo all'esistenza umana un tratto della Camignada mi ha lanciato verso una riflessione.Dopo aver superato il quinto rifugio si deve affrontare un lunga, impegnativa salita per raggiungere il rifugio Carducci; si tratta di una salita tutta esposta alla visione, a valle delle Tre Cime che incombono. Ebbene in quel tratto si forma un serpentone senza inizio e senza fine di podisti, una scia che appare come un incubo quando si è nel tratto basso, quando si è raggiunta la vetta è inevitabile uno sguardo alle spalle.
Con questo sguardo si realizza che la fila è sempre lì, a dominare su di essa la immensità della Natura;

che ci si passi alla testa o in coda, che si sia a valle o a monte, siamo sempre degli "omuncoli" puntiformi, un'inezia nello spazio e nel tempo rispetto alla Natura: quale migliore parafrasi della vita della quale ricordarsi nei momenti "di eccessivo egoismo e presunzione di sè".Superato il rifugio Carducci mi era stato detto che c'era una lunghissima, interminabile discesa; constato la veridicità dell'affermazione e si tratta di una discesa difficile, continui tornanti, terreno sconnesso, tratti ghiaiosi sui quali bisogna lasciarsi andare quasi franando insieme alla montagna.Quando è trascorsa quasi un'ora di questo scendere ininterrotto improvvisamente il terreno spiana, sento delle voci, vedo qualche tenda, in lontananza anche qualche casa.Avverto quasi un accenno di delusione, sono trascorse quasi 3 ore e mezzo dalla partenza, onestamente non sono stanco, non ho speso tutto, nulla confronto alla mia prima esperienza della Skyrace Carnia. Vedo un ristoro, pensando che l'arrivo sia ormai vicino rinuncio a prendere da bere e proseguo aumentando decisamente il ritmo.Nell'ultimo tratto di discesa e al ristoro ho recuperato almeno una ventina di posizioni; il terreno spiana del tutto e si esce fuori dal bosco, si prende una strada sterrata che affianca il fiume che verosimilmente ci porterà a breve al traguardo.Cerco di dar fondo alle energie anche se non so quanto sia lo spazio che mi separa dal traguardo, il mio cuore sale alle frequenze di una gara in piano; chiedo ad uno spettatore quanto manchi all'arrivo.La risposta è lapidaria e inquietante: quattro km e mezzo. Accipicchia!!! (in verità il mio pensiero è stato meno gentile).Visto che ormai siamo a ballare proseguiamo, intravedo un cartello che indica 4 km all'arrivo è il primo da quando siamo partiti da Misurina.Ora non corro ma volo o almeno questa è l'impressione rispetto a coloro che supero lungo questo finale; la media di questi 4 km finali sarà di 4'10'' il numero dei concorrenti superati non inferiore a 40. Finalmente posso tagliare il traguardo tranquillo di aver speso le ultime energie, in 168^ posizione su 1139 arrivati, con il tempo di 3:49'41''. A margine di questa splendida giornata dove tutto ha funzionato bene e che mi ha lasciato molto soddisfatto poche note sull'organizzazione che nel complesso è ormai ben collaudata e qualche riflessione in confronto alla mia sola precedente esperienza in una corsa di tal genere, la Skyrace Carnia del giugno scorso.Alla partenza sarebbero stati molto utili dei bagni chimici (che io non ho visto) perchè giustamente l'organizzazione ha richiamato al rispetto della natura lungo il percorso ma le esigenze fisiologiche non sono procastinabili; i ristori erano scarni e non so se fossero bilanciati alla partecipazione di 1200 concorrenti; qualche tratto più pericoloso era forse da vigilare con maggiore attenzione, ho sentito di diverse cadute e in questo caso l'unica speranza era l'assistenza di qualche concorrente di passaggio, per questo aspetto la Skyrace Carnia era molto molto meglio.Per ultimo una nota veramente secondaria ma alla quale molti tengono: la medaglia non va consegnata a mano va infilata al collo "dell'eroe che completa la sua impresa", che sia il primo assoluto o il 1139° arrivato.

domenica 3 agosto 2008

Camignada in breve

Bellissima esperienza la Sei Rifugi Misurina-Auronzo.
A dopo il commento solo poche foto di assaggio, un album di circa 80 foto si può vedere al lato, naturalmente avendole fatte di corsa qualcuna non è perfetta.